Il Veneto sta rischiando una crisi idrica uguale,se non peggiore, rispetto al 2017, anno della grande siccità. L'allerta arriva dall'assessore regionale all'agricoltura e alla bonifica, Giuseppe Pan e dagli 11 consorzi di bonifica del Veneto. A preoccupare non è solo l'andamento della stagione invernale che, dopo la tempesta Vaja di fine ottobre ha registrato il 54% in meno della piovosità attesa tra dicembre e marzo e il 40% in meno di manto nevoso, ma i cambiamenti climatici in atto nell'ultimo quarto di secolo.
"La siccità è ormai normalità – avvertono il presidente, Giuseppe Romano e il direttore di ANBI Veneto, Andrea Crestani – Pertanto il sistema regionale dei consorzi deve attivarsi in modo strutturale per realizzare bacini, garantire gli invasi e la portata dei fiumi, mantenere in funzione 25.000 chilometri di canali irrigui. L'obiettivo è gestire in modo ottimale e complessivo l'acqua, non solo a beneficio dell'agricoltura, che per gli usi diretti impiega circa il 30% delle risorse idriche, ma soprattutto a scopo ambientale, a salvaguardia della vivibilità dell'intero territorio e della ricarica delle falde."
La Regione Veneto, dallo scorso anno, ha messo in campo il più cospicuo investimento finanziario dell'ultimo decennio per ottimizzare la rete irrigua e contrastare il rischio siccità. In questi giorni stanno per aprire 24 cantieri, dislocati in sei province del Veneto (Belluno esclusa). Complessivamente sono in programma opere per 161 milioni di euro: si tratta di interventi di ampliamento degli invasi, di ristrutturazione di condotte, di ammodernamento degli impianti irrigui, di ripristino della funzionalità delle derivazioni irrigue o di sostituzione di quelle contaminate o inefficienti, di realizzazione di barriere contro la risalita del cuneo salino.
"Grazie ai progetti esecutivi predisposti dagli 11 consorzi di bonifica – sottolinea l'assessore regionale all'agricoltura e alla bonifica – il Veneto è riuscito ad aggiudicarsi quasi metà dei finanziamenti del Piano Irriguo Nazionale: un risultato di grande rilevanza, al quale spero seguano, in futuro, ulteriori finanziamenti necessari per dare continuità al piano strategico regionale di ottimizzazione della risorsa idrica a scopo civile, agricolo e ambientale."
Le aree, oggetto degli interventi più consistenti del piano 2019, sono il bacino dei fiumi Bacchiglione e Brenta (interessante le province di Padova e Vicenza), dove sono in via di realizzazione opere per 66,3 milioni e la gronda lagunare veneziana, con cantieri per 33,9 milioni. Seguono il Polesine, con 23,1 milioni di investimenti e Treviso, con opere per 17,6 milioni. L'intervento unitario più consistente, che prenderà avvio il 12 aprile e richiederà oltre 20 milioni di spesa, è il nuovo rivestimento di 4,6 chilometri nel tratto veronese del canale L.E.B., che rappresenta la spina dorsale del sistema irriguo veneto. L'intervento progettato e realizzato dal Consorzio di bonifica Lessinio Euganeo Berico – spiega il presidente del Consorzio, Moreno Cavazza - prosegue il rifacimento dei 17 chilometri di letto pensile del canale e servirà a dimezzare le perdite della condotta lunga 48 chilometri (mette in comunicazione i fiumi Adige e Bacchiglione attraversando un centinaio di comuni tra Verona, Vicenza, Padova, Venezia), aumentando così la dotazione irrigua per la pianura basso-veneta e vivificando corsi d'acqua quali Fratta, Guà-Frassine, Bisatto e Bacchiglione, a beneficio soprattutto delle colture agricole della Bassa Padovana e del Polesine.
Dei 161 milioni, 93 provengono dal Piano di Sviluppo Rurale Nazionale (PSRN) gestito dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari, Forestali e Turismo; 23,5 milioni dal Piano Nazionale Invasi (Ministero Ambiente e Ministero delle Infrastrutture e Trasporti); 45 milioni dal Fondo per le infrastrutture strategiche (gestito da Ministero dello Sviluppo Economico e Ministero Economia e Finanza).
"I 24 cantieri rappresentano solo l'avvio del piano strategico complessivo per strutturare dal punto vista irriguo il territorio veneto" osserva l'assessore.
Il fabbisogno complessivo , secondo i tecnici dei consorzi, per completare l'infrastrutturazione irrigua su 600.000 ettari di territorio veneto, ammonterebbe a circa 4 miliardi di euro.
"Serve quindi un grande investimento costante, prolungato negli anni e che può essere affrontato solo con risorse nazionali ed europee" conclude l'assessore, che lancia un appello ai cittadini: "L'acqua sarà sempre più un bene prezioso e limitato: dobbiamo tutti imparare a farne un uso intelligente, controllando i consumi ed evitando gli sprechi, anche nell'uso domestico."