La progressiva salinizzazione e conseguente desertificazione delle zone sotto il livello del mare nei comuni di Cona, Cavarzere e Chioggia, in provincia di Venezia, è il modello di studio al centro del progetto Interreg Italia-Croazia "MoST" (Monitoring Sea-water intrusion in coastal aquifers and Testing pilot projects for its mitigation), il cui partenariato vede collaborare Consorzio di bonifica Adige Euganeo, Regione del Veneto, Università di Padova (Dipartimento di Ingegneria Civile Edile e Ambientale), Consiglio Nazionale delle Ricerche (Istituto di Scienze Marine), University of Split (Faculty of Civil Engineering, Architecture and Geodesy); il progetto ha durata di 30 mesi ed un budget complessivo di 2 milioni di euro.
Ulteriore scopo è promuovere la creazione di un osservatorio transnazionale per affrontare le problematiche relative alla conservazione delle risorse idriche costiere di fronte, ad esempio, all'innalzamento del livello marino.
La novità scientifica del progetto consiste nello sfruttare la conoscenza degli antichi sistemi idrologici per creare "barriere" all'intrusione dell'acqua marina, mitigandone gli effetti sulle falde e nei suoli. L'intervento, infatti, prevede la realizzazione di una derivazione irrigua dal Canal Morto per disperdere, attraverso gli strati permeabili di paleoalvei derivati dai fiumi Adige e Po, una significativa quantità di acqua dolce nella falda superficiale, contaminata da risorsa salata, proveniente dal fiume Bacchiglione e dalla laguna di Venezia; tale fenomeno era stato individuato e monitorato a seguito di approfondite indagini geologiche già nei primi anni 2000.
Il progetto Interreg, coinvolgendo stakeholders e cittadini, intende così mitigare gli effetti del processo di desertificazione dei suoli; garantire la produttività agricola anche nei settori costieri, contaminati dall'intrusione salina; proteggere i terreni dal rischio salinizzazione; assicurare la qualità delle acque dolci sotterranee a fini idropotabili e la sostenibilità del loro utilizzo soprattutto nelle aree turistiche costiere.
"La gestione idrica nel comprensorio Adige Euganeo è assai complessa per la presenza di vaste aree sotto il livello del mare e che continuano a "sprofondare" fino a 3 centimetri ogni anno, con falde in progressiva salinizzazione – aggiunge Francesco Vincenzi, Presidente ANBI – La ricerca di soluzioni per mitigare le conseguenze della subsidenza è un campo della ricerca applicata, svolta dai Consorzi di bonifica di concerto con istituzioni accademico-scientifiche e realtà del territorio."
"Un ulteriore esempio – conclude Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI – si avrà in occasione del salone Macfrut a Rimini dall'8 al 10 Maggio prossimi: sarà infatti proposto, su un'area appositamente ricreata, il modello Acqua Campus che, grazie alla costante ricerca sulla massima efficienza in campo irriguo, pone l'Italia all'avanguardia a livello internazionale."