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LA DIGA DI CASTRECCIONI SALVA LA VALLE DEL MUSONE

Pubblicato il 10/03/2015
LA DIGA DI CASTRECCIONI SALVA LA VALLE DEL MUSONE La diga di Castreccioni salva la valle del Musone: le violente precipitazioni dei giorni scorsi hanno creato grandi disagi in tutte le Marche, mettendo a dura prova l'intero sistema idrografico. Anche nel maceratese la diga di Cingoli è stata provvidenziale e ha evitato il peggio. L'invaso artificiale ha infatti trattenuto quantità decisamente importanti, si parla di oltre 1.500.000 metri cubi di pioggia, impedendo che finissero lungo la fragile asta fluviale del Musone. «Abbiamo registrato picchi in entrata di 32 metri cubi al secondo – racconta il responsabile dell'invaso di Cingoli, Domenico Brunori – mentre ne abbiamo rilasciati soltanto 5 mc/sec, compiendo un importantissimo effetto di laminazione. Ci chiediamo cosa sarebbe successo, se non avessimo trattenuto i restanti 27.» La situazione riporta l'attenzione sulla fragilità dei fiumi e sulla necessità di manutenzione per evitare che ad ogni pioggia si rischi una tragedia. «Sul Musone le maggiori criticità sono concentrate nei comuni di Cingoli, Osimo, Castelfidardo e Recanati – spiega Cristiano Aliberti, ingegnere del Consorzio di bonifica delle Marche – ma anche Loreto, Porto Recanati e Numana. Per la zona di monte, che ricade nel comune di Cingoli, sia Bachero e soprattutto la frazione di San Vittore sono le più esposte. In questo caso, la presenza dell'invaso con il suo effetto di laminazione ed anche le sistemazioni idrauliche effettuate dal Consorzio di bonifica negli anni, hanno permesso alla piena di defluire in modo regolare e controllato, senza disagi per le popolazioni. Nella zona di media valle, le frazioni di Padiglione e Campocavallo di Osimo e quella di Cerretano di Castelfidardo sono quelle, che necessitano di maggiore attenzione anche se, grazie all'invaso di Castreccioni, il rischio esondazione si riduce sensibilmente. Qui – spiega il tecnico - il Consorzio ha recentemente effettuato un attraversamento sul fiume Musone con una condotta irrigua realizzata grazie alla trivellazione teleguidata in sotterraneo. Questa moderna tecnica ha permesso di non intervenire sugli argini del fiume Musone, evitando che la piena arrecasse danno alle infrastrutture presenti. Visto il successo di tale soluzione – conclude Aliberti – intendiamo incrementarne l'applicazione. Un discorso a parte merita invece la zona costiera, dove il Consorzio ha effettuato di recente alcuni interventi, ma altri sarebbero necessari ed urgenti per mettere in sicurezza l'intera area, che risulta molto frequentata anche dal punto di vista turistico,»

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