Laboratori universitari ed esperti fitosanitari sono chiamati al capezzale delle piante di olivo del Veneto, colpite negli ultimi anni da fenomeni di disseccamento, di cui si ignorano le cause.
Tra i possibili fattori, cui imputare il disseccamento delle infiorescenze e la cascola delle olive, ci sarebbero gli squilibri fisiologici, creati dalla siccità del 2017, che faceva seguito ad un'annata di produzione record. Per individuare con precisione le cause e mettere a punto strategie di intervento, che arrestino il degrado dei circa 5.000 ettari di oliveti del Veneto, la giunta regionale ha avviato una collaborazione con il Dipartimento territorio e sistemi agroforestali dell'università di Padova.
Lo scorso anno, i tecnici avevano messo, sotto osservazione, gli oliveti della fascia pedemontana (in particolare quelli dei Colli Euganei, dei Berici e del Grappa) in modo da monitorare i possibili agenti eziologici, cioè i fattori di causa del disseccamento. Per il 2019 la giunta regionale ha deciso di proseguire la collaborazione con l'università di Padova per dare continuità al monitoraggio fitosanitario avviato ed arrivare a mettere a punto interventi, che contrastino le cause di disseccamento delle piante.
"Si tratta di difendere non solo colture di alta collina, che consentono una produzione di alta qualità e valore dalle singolari proprietà organolettiche – precisa Giuseppe Pan, assessore all'agricoltura di Regione Veneto - ma anche di arrestare il degrado paesaggistico delle zone colpite e di difendere le potenzialità del sistema produttivo."