VINCENZI: "BENE HA FA FATTO L'AUTORITA' DI DISTRETTO A CONVOCARE L'OSSERVATORIO SUL GRANDE FIUME"
Di fronte a temperature superiori alla media ed alle esigenze idriche delle colture in campo, la rete irrigua del Paese svolge il suo compito di dissetare le campagne, utilizzando le risorse disponibili. È tranquillizzante il commento dell'Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI) di fronte ai repentini cali dei livelli del fiume Po e dei grandi laghi.
Dal Piemonte al Veneto, la principale asta fluviale italiana ha una portata inferiore alla media del mese ed a quella dello scorso anno; causa le esigenze della pianura stanno calando anche i livelli dei principali bacini lacustri (Maggiore, Garda, Iseo), pur rimanendo al di sopra delle medie del periodo, a differenza del lago di Como.
In Piemonte stanno sensibilmente diminuendo le portate dei fiumi Tanaro e Stura di Lanzo mentre, a conferma della funzione "spartiacque", esercitata dal Po, i fiumi Secchia e Savio, in Emilia Romagna, hanno più acqua della media e dello scorso anno. Nella stessa regione, le dighe di Mignano e Molato sono riempite rispettivamente al 78,5% ed al 81,5% della capacità di invaso autorizzata.
Al Nord è confortante la portata del fiume Adige (quasi 314 metri cubi al secondo), la maggiore del recente quinquennio.
"Di fronte a questa situazione, ben ha fatto l'Autorità di Bacino Distrettuale a convocare l'Osservatorio sul Fiume Po: non c'è alcun allarme, ma la necessità di responsabilizzare tutti su un uso oculato delle risorse idriche per evitare criticità nelle settimane a venire – commenta Francesco Vincenzi, Presidente dell'Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI) - I Consorzi di bonifica ed irrigazione hanno attivato le più moderne tecnologie per ottimizzare l'utilizzo delle risorse idriche assegnate. Bisogna, comunque, monitorare il succedersi degli eventi."
In Centro Italia (Lazio, Umbria, Abruzzo) le abbondanti precipitazioni delle scorse settimane hanno creato sufficienti riserve per i mesi più caldi, così come in Puglia (+ 53 milioni di metri cubi rispetto allo scorso anno), Sicilia e Sardegna (gli invasi sono quasi all'80% della capacità). Restano, invece, deficitarie Calabria (disponibilità dimezzate rispetto allo scorso anno) e Basilicata, che ha una disponibilità idrica inferiore di circa 76 milioni di metri cubi rispetto allo scorso anno.