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CANALE C.E.R.: 26 MLIONI DI EURO PER STRAORDINARI LAVORI DI MANUTENZIONE

Pubblicato il 19/12/2019
Dopo anni di servizio ininterrotto senza alcuna sosta il canale C.E.R. è "fermo" in inverno per i primi importanti lavori straordinari sui rivestimenti dell'alveo. Il canale, infatti, con i suoi 135 chilometri, oltre ai 16 del primo tratto del Cavo Napoleonico, é il più lungo d'Italia e le elettropompe dell'impianto principale sul fiume Po, il Palantone, hanno decine di migliaia di ore di funzionamento così come i vecchi rivestimenti del primo tratto, costruito negli anni '60, iniziano a degradarsi. Il Consorzio ha quindi deciso di fermare il sollevamento delle acque dal Po per iniziare la manutenzione delle lastre di rivestimento in un tratto di circa 3 chilometri con un costo di  800.000 euro. Non è ovviamente possibile ricostruire il rivestimento durante il flusso idrico. É un primo lavoro già avviato sul canale C.E.R. (interessati  i comuni di Castello d'Argile, San Pietro in Casale, San Giorgio di Piano e Bentivoglio), che consentirà  di valutare le eventuali criticità e le ripercussioni della sosta invernale, che nel prossimo quinquennio  interesserà i mesi di novembre dicembre, gennaio e febbraio. Oltre alla sistemazione delle lastre su un ulteriore tratto iniziale di circa 3 chilometri e mezzo,  si provvederà al riammodernamento e potenziamento dell'impianto Palantone sul Po, anche implementando le elettropompe sino a raggiungere la dotazione concessa di prelievo pari 68 metri cubi al secondo (68.000 litri al secondo).  I lavori saranno permessi da finanziamenti del Ministero Economia e Finanze, basati su economie conseguite dal Consorzio negli anni passati. Nei prossimi anni si avvieranno altri interventi sul sistema C.E.R., capaci di consolidare ulteriori tratti del rivestimento, ampliare le aree irrigue, proseguire il canale nel riminese sino alla vasca finale Fontanaccia (137°chilometro) ed iniziare un'azione di sostituzione e modifica delle paratoie di derivazione per renderle "intelligenti", cioè gestibili da remoto con sicuro miglioramento dell'efficienza del sistema.  Questo blocco del flusso idrico, pur determinando problemi, è  assolutamente necessaria per non rischiare interruzioni di sollevamento e trasporto delle acque nel periodo marzo-ottobre, durante il quale eventuali rotture porterebbero a gravi ripercussioni economiche e sociali per il territorio regionale. Oggi, infatti, il  canale C.E.R. alimenta i consorzi associati, su una superficie agraria di 200.000 ettari, con oltre 300 milioni di metri cubi d'acqua, rendendo possibile l'agricoltura, anche se soggetta al cambiamento climatico; alimenta potabilizzatori romagnoli ed emiliani con circa 24 milioni di metri cubi di acqua grezza, assicurando la tenuta degli usi civili e turistici anche nelle annate più siccitose; porta acqua a realtà industriali ed agroindustriali di rilevante importanza; contribuisce ad alimentare aree umide di alto valore naturalistico.  Massimiliano Pederzoli, Presidente del Consorzio C.E.R. – Canale Emiliano Romagnolo, sottolinea "I lavori in corso e quelli programmati per i prossimi anni daranno garanzia d'acqua al territorio, determinando un notevole incremento di valore alle produzioni agricole ed agroindustriali, contribuendo fortemente ad alleviare gli effetti negativi del cambiamento climatico in gran parte dell'Emilia-Romagna."  

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