Consorzio protagonista della bonifica anche nelle aree montane: la mini-rivoluzione comincia dal Casentino: in questo territorio, dal 1 gennaio 2020, le attività, che il Consorzio di bonifica Alto Valdarno era solito delegare all'Unione dei Comuni Montani, sono gestite "in house".
Si aggiunge quindi un nuovo prezioso tassello al puzzle dell'unificazione delle competenze del sistema della bonifica, avviato nel 2014 con l'applicazione della legge di riforma voluta dalla Regione Toscana; un tassello ritenuto indispensabile per migliorare ancora l'organizzazione e la gestione dell'attività svolta dal CB2, per assicurare al territorio interventi uniformi e omogenei, per continuare il percorso di semplificazione delle competenze e che ha fatto fare un grande salto di qualità a tutto il settore.
La condivisione del percorso e la forte collaborazione tra Consorzio e Unione dei Comuni hanno permesso di studiare la soluzione più indicata per tagliare con successo un altro ambizioso traguardo nella riorganizzazione dei ruoli e dei compiti e, al contempo, per salvaguardare l'esperienza e la professionalità, maturate dalla squadra della bonifica in forze presso l'Unione: sarà interamente integrata nel Consorzio, che, così, potrà potenziare il suo organico tecnico con figure professionali altamente specializzate in bonifica montana.
D'accordo le organizzazioni sindacali, che hanno seguito l'intero iter e che, ad Arezzo, nella sede del Consorzio, hanno condiviso e sottoscritto l'atto, su cui è arrivato il parere favorevole anche di Regione Toscana e ANBI.
"Il Consorzio 2 Alto Valdarno, con questa importante scelta, si assume una responsabilità chiara, precisa e diretta verso i cittadini e gli enti locali della vallata, in merito al rispetto dei tempi di esecuzione delle manutenzioni ordinarie (previste ogni anno dal Piano delle attività di bonifica), alla corretta esecuzione degli interventi in un'area delicata e fragile dal punto di vista idrogeologico come il Casentino - commenta la presidente consorziale, Serena Stefani ,che si è spesa con impegno fin dall'insediamento per raggiungere l'obiettivo -Le professionalità tecniche cresciute all'interno dell'Unione, le loro competenze e la loro approfondita conoscenza del territorio andranno ad arricchire e a potenziare le risorse umane e professionali, già disponibili presso il CB2: insieme creeranno una task force altamente specializzata in tutti i comparti della bonifica, formidabile per proseguire e rafforzare l'attività di prevenzione e mitigazione dei fattori di rischio sul reticolo idraulico in gestione."
E' soddisfatto del risultato Giampaolo Tellini, vicepresidente dell'Unione dei Comuni Montani del Casentino con delega alla bonifica, che commenta: "Si tratta di un passaggio storico, un'operazione volta a garantire un maggiore controllo del territorio, elemento strategico di fronte al ripetersi di eventi atmosferici sempre più intensi e frequenti. La situazione dei nostri fiumi è molto delicata e necessita di personale, programmazione, reperibilità e migliorie continue. A mio avviso il Consorzio di Bonifica Alto Valdarno è l'ente più adatto per garantire tutto questo e assicurare il migliore controllo possibile del rischio idraulico. Un ringraziamento va a tutti coloro che in questi anni hanno lavorato al servizio di bonifica nell'Unione, ottenendo risultati importanti. L'operazione rientra nel piano complessivo di riorganizzazione dell'ente, attuato con l'adozione delle soluzioni più corrette per tutti, senza mai mettere in discussione i diritti e la professionalità dei dipendenti. Non c'è stata alcuna forzatura per arrivare al traguardo, che è il risultato di un lungo dialogo e di una volontà comune di migliorare le cose."
Per assolvere in modo più efficiente e razionale la sua mission "montana", l'Alto Valdarno organizzerà una sede operativa in Casentino; inoltre è prevista la creazione di uno sportello "front-office", cui i cittadini della vallata potranno rivolgersi per informazioni, segnalazioni, richieste.
"Si tratta di un'iniziativa che punta ad ascoltare e a valorizzare ogni zona del comprensorio, restituendo un reale protagonismo a tutti i territori - conclude la presidente, Stefani. -In questa direzione va anche la decisione, assunta all'atto di insediamento dell'Assemblea, di individuare un referente di zona per il Casentino e per ognuna delle altre aree, che compongono il comprensorio."
La rivoluzione insomma parte, ma potrebbe non fermarsi al Casentino, che diventa una sorta di area "pilota", in cui testare il processo studiato per concentrare tutte le funzioni della bonifica sul CB2.