GOCCIA VERDE ANBINFORMA AMBIENTI D’ACQUA MAGAZINE IRRIGANTS EUROPE CAP2020 PROGETTI ANBI
ITEN
Menu mobile
Go back

DIFESA ATTIVA APPENNINO: I RISULTATI

Pubblicato il 04/05/2015
Quindici sindaci dell’Appennino, una decina di aziende agricole chiamate a raccontare la propria esperienza di salvaguardia ambientale e le istituzioni nazionali, regionali e locali ad ascoltare quello che il progetto Difesa Attiva Appennino ha portato concretamente al territorio provinciale a quasi quattro anni di attività dal suo battesimo: ideato dal Consorzio di bonifica Parmense (con sede nella città “ducale”) per snellire e sburocratizzare le prassi di stanziamento dei fondi per i piccoli ma decisivi interventi di prevenzione in montagna, l’innovativa pianificazione territoriale rappresenta oggi un modello operativo “made in Parma” di collaborazione reale e fattiva tra imprenditori agricoli, privati ed enti chiamati a contribuire in modo eguale al fine comune della difesa del suolo e delle attività economiche, che su esso insistono. Giocata in anticipo come carta vincente contro il dilagare del fenomeno di dissesto idrogeologico, la prevenzione capillare e mirata ha prodotto risultati tangibili per ben 234 aziende agricole, che ora possono contare su uno strumento collaudato, via via migliorato e implementato nei fondi investiti per questa “esigenza-emergenza” diventata una strategia anche per evitare l’abbandono delle cosiddette “terre alte”. “Senza le opere di manutenzione, fatte dagli agricoltori – ha sottolineato il delegato alla viabilità della Provincia di Parma, Giampaolo Serpagli – l’ Appennino non sopravvive e a questo va aggiunta l’attività di quei pochi enti rimasti a presidiare come il Consorzio di bonifica, che dispone di risorse e competenze mirate per poter intervenire prima che il danno causi emergenze ben più gravi e costose.” Un ruolo, quello dei consorzi, rimarcato anche dal presidente nazionale dell’ANBI, Francesco Vincenzi, come vero e proprio anello di congiunzione proficua tra i cittadini e gli enti territoriali, che hanno tempi più dilatati negli interventi specifici preventivi. L’essenziale – ha continuato Vincenzi - è che, come in questo caso, tutta venga fatto con risultati misurabili concretamente e non con la logica dello spot: credo che l’attività dell’Unità di Missione contro il Dissesto, varata recentemente del Governo, vada proprio in questa direzione.” Simona Caselli, assessore all’agricoltura della Regione Emilia Romagna, ha ribadito come nel P.S.R. (Piano Sviluppo Rurale), in via di approvazione definitiva in questi giorni, saranno numerose le occasioni per cogliere diverse opportunità, che uniscono fondi per ripristino e prevenzione con fondi per l’agricoltura in una visione comune. Infine Mauro Tonello - presidente regionale di Coldiretti Emilia Romagna- ha evidenziato come “il progetto Difesa Attiva sia un’opera di buon senso soprattutto in un momento come questo. Piccoli tasselli fanno un grande mosaico ed ogni ente, che ha a cuore le sorti del territorio, dovrebbe usare la diligenza del buon padre di famiglia. Gli agricoltori con il progetto Difesa Attiva devono provvedere anche a fare personalmente lavori di ripristino, ma non si sono mai tirati indietro quando c’è un piano razionale e di lungo periodo.” Gli organizzatori guidati dal presidente dell’ente consortile parmense, Luigi Spinazzi, hanno illustrato, al centinaio di presenti, i dati statistici dei singoli interventi sul territorio.

Related articles