Se da un lato la pioggia era attesa, per scongiurare il pericolo siccità in un periodo di portate dei fiumi sotto la media nel Nord Italia, il timore dei tecnici del Consorzio di bonifica Burana era che i rovesci temporaleschi nella giornata di ieri si abbattessero in modo troppo repentino; ecco perché, in previsione delle forti piogge attese, erano già state attuate una serie di manovre preventive per far defluire le acque e diminuire la quota dei canali, che, in questo periodo, sono generalmente invasati alla massima quota per garantire acqua per irrigare.
Nella giornata di ieri, di acqua nel comprensorio Burana se ne è scaricata davvero tanta, costringendolo a quello, che in gergo idraulico viene definito "chiudersi dentro", cioè abbassare le paratoie e chiudere gli accessi dai grandi fiumi che definiscono i confini del territorio: Secchia a Ovest, Po a Nord e Panaro a Est. I 120 millimetri di pioggia, caduti in Appennino e i 30/50 millimetri, registrati nel bondesano, sono due valori di riferimento della pioggia caduta. Per il Burana si è tradotto, per l'area di Bondeno (zona di confluenza naturale di tutte le acque della bassa modenese), nello scarico a gravità dell'impianto Santa Bianca e Pilastresi accanto allo scarico di 3-4 metri cubi al secondo dell'impianto Bondeno-Palata e di 4-5 metri cubi al secondo della Chiavica Foscaglia a Finale Emilia.
Essendosi alzato molto il livello del fiume Panaro, si sono chiusi gli accessi dal Canal Torbido e dal canale San Pietro, nonchè si sono sollevate tutte le pompe degli impianti, che prelevano da Panaro per irrigare (Campazzo, Bagazzano, Casoni, Picozza tra Nonantola e Ravarino). Sempre nel territorio di Nonantola sono state messe in atto diverse operazioni idrauliche per abbassare le quote di Fossa Signora e Fosso di Gà, che destavano qualche preoccupazione in virtù di quote sensibilmente aumentate. Con lo stesso obbiettivo di contenimento si sono attuate le opportune manovre idrauliche alla cassa di espansione del Canale di S. Giovanni a Manzolino per salvaguardare il territorio tra Castelfranco Emilia e Persicetano. Dalla serata di ieri prosegue il monitoraggio dei tecnici per impedire allagamenti.
In montagna si stanno contando i danni imputabili soprattutto a occlusioni dei corsi d'acqua, dovute a materiale vegetale (tronchi, sassi, ramaglie, ecc…) caduto in alveo.
In alcune situazioni si è già al lavoro per risolvere criticità.