Avranno inizio, a breve, i lavori appaltati dal Consorzio di bonifica Bacchiglione, interessanti la riviera del Brenta. Il finanziamento complessivo è di 4.550.000 euro.
Paolo Ferraresso è il presidente del Consorzio di bonifica. Risparmiare acqua nella riviera del Brenta, come è possibile?
"Si può risparmiare acqua, ottimizzando la gestione. Si può accumulare l'acqua in aree umide migliorando, in questo modo, anche la sicurezza idraulica. Il progetto prevede l'adeguamento, mediante automazione e telecontrollo, di 27 manufatti idraulici lungo i canali consortili e la realizzazione di aree umide, in grado di trattenere le acque in caso di forti piogge. Con gli interventi di progetto si prevede un risparmio idrico di circa il 30%, pari a più di 3 milioni di metri cubi d'acqua all'anno. Dare spazio all'acqua è uno slogan che il Consorzio ripete da anni. In realtà si dovrebbe restituire lo spazio che l'acqua aveva, quando il territorio era prevalentemente agricolo, con tanti fossi. Ogni volta che si dà "spazio" all'acqua si migliora la sicurezza idraulica, si aumentano le disponibilità per l'irrigazione, si migliora la qualità delle acque…"
Come è stato ottenuto il finanziamento?
"Il Consorzio ha predisposto il progetto esecutivo e ha partecipato al bando di selezione, indetto dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, nell'ambito del Programma di Sviluppo Rurale Nazionale 2014/2020, finanziato con fondi europei. L'intervento è risultato 7° su 84 progetti nella graduatoria nazionale, approvata dal Ministero ed è stato finanziato al 100%."
Quali comuni sono interessati dagli interventi?
"Si tratta di 27 interventi, che interessano un'area molto vasta di 5.250 ettari ricadente in 7 comuni: Campagna Lupia, Campolongo Maggiore, Camponogara, Dolo, Fossò, Stra, in provincia di Venezia; Piove di Sacco, in provincia di Padova. Mi piace ricordare, in particolare, un intervento in comune di Dolo. Viene realizzata un'ampia area umida di circa 4 ettari, in grado di raccogliere 40.000 metri cubi d'acqua, in una zona demaniale, espropriata cinquant'anni fa per realizzare l'idrovia Padova – Venezia."
Quindi, se si realizzerà l'idrovia Padova – Venezia, i lavori fatti per l'area umida di Dolo saranno da buttare?
"E' proprio la domanda che la Commissione Regionale di Valutazione di Impatto Ambientale ha fatto al Consorzio, esaminando il progetto. Il Consorzio ha risposto che, prima di tutto, se si realizzerà l'idrovia, non tutti i lavori saranno da buttare: gli scavi fatti adesso, ad esempio, non si dovranno fare dopo. Inoltre, l'analisi predisposta dal Consorzio dimostra che il costo dei due manufatti, che dovranno essere demoliti, se verrà completata l'Idrovia, si ammortizza in cinque anni di esercizio dell'area umida, considerando i benefici per la riduzione dei danni da allagamenti, per l'acqua messa a disposizione dell'irrigazione, per il miglioramento della qualità delle acque mediante la fitodepurazione. Piuttosto ci si dovrebbe fare un'altra domanda: come è stato possibile, fino ad ora, lasciare un'area pubblica, demaniale, nel degrado per decenni senza pensare a come impiegarla per una pubblica utilità?"
A proposito dell'Idrovia Padova – Venezia che ne pensa?
"Il Consorzio è favorevole al completamento dell'idrovia e lo ha comunicato formalmente alla Regione e ai Comuni. Il completamento dell'idrovia può essere utile per molteplici finalità: come scolmatore di piena per la sicurezza idraulica dei fiumi Brenta e Bacchiglione, per la navigazione fluviale, come recapito per le acque dei canali di bonifica al fine di migliorare il deflusso delle acque nella zona della Riviera del Brenta, per migliorare la qualità delle acque, come invaso per l'irrigazione e la vivificazione dei corsi d'acqua."
Tornando ai lavori, si tratta di un intervento complesso … c'è una parola che può sintetizzare le opere, che stanno per essere eseguite?
Sostenibilità. L'Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile è un programma d'azione, sottoscritto nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi, membri dell'ONU. Sostenibile è quello sviluppo, che soddisfa i bisogni del presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri bisogni: è scritto in un documento delle Nazioni Unite del 1987, 33 anni fa. Dobbiamo ascoltare il grido della terra e l'appello dei giovani. Dobbiamo imparare a vivere, a lavorare, a produrre senza sprechi, rispettando l'ambiente, risparmiando le risorse, a partire dall'acqua."