"A distanza di 24 anni dal 14 ottobre 1996, evento che causò sei morti e ingenti danni, parte della città di Crotone è stata invasa dalle acque; questo significa che 24 anni non sono bastati per capire le cause ed agire per contenere gli effetti al suolo delle piogge intense, ricorrenti nella Calabria jonica. I dati comunicati narrano che a partire dalle prime ore dell'alba un intenso nubifragio, con cumulata di pioggia di circa 200 millimetri in 4 ore, si è abbattuto sul territorio di Crotone e nell'area jonica calabrese, causando allagamenti, frane, voragini e danni ingenti. Le piogge intense, associate a condizioni cicloniche, alimentate da area fredda proveniente da Nord in movimento verso la Sicilia e la Tunisia, erano state previste dal sistema di allertamento della Regione Calabria e in tutta l'area, era stato diramato il livello di allerta rosso": a dichiararlo è Gaetano Osso, presidente della sezione Calabria della Società Italiana di Geologia Ambientale. "I maggior danni sono stati segnalati nel tratto costiero cosentino e crotonese, dove si registrano frane e crolli di muri nel comune di Corigliano Rossano e lungo l'asse viario della Strada Statale 106 con chiusura di strade secondarie per caduta di terra e allagamenti del piano stradale. A Crotone sono stati allagati sia il centro abitato della città – prosegue Osso - sia le periferie di Tufolo, Farina, Trafinello e Margherita. Colpisce come proprio Corigliano Rossano, nel rapporto I.S.P.R.A., abbia il primato tra i comuni calabresi per consumo di suolo; nel solo 2019 Corigliano Rossano ha impermeabilizzato 15.1 ettari sui 118 di tutta la Calabria. Ci domandiamo, retoricamente, quanto incide il progressivo consumo di suolo sulla mancata infiltrazione nel sottosuolo delle acque piovane che, scorrendo in superficie, ingrossano i corsi d'acqua, contribuendo ad alluvioni e allagamenti urbani? Preoccupa il tempo trascorso dall'evento del 1996 e il ripetersi sempre più frequente di questi fenomeni intensificati dalla crisi climatica, che sta interessando l'intero Pianeta e il Mar Mediterraneo, in particolare. In una società attenta al proprio benessere e che investe la maggior parte delle risorse economiche in salute appare incredibile dimenticare la storia di eventi come le alluvioni, le frane e gli ormai sempre più frequenti allagamenti urbani. Se nulla si può fare per cambiare la conformazione geologica e geomorfologica della Calabria, appaiono ormai improcrastinabili gli interventi per una corretta programmazione urbanistica del territorio, nel rispetto delle esigenze della natura, troppo spesso piegata agli interessi del profitto di pochi a scapito del benessere di tanti. Ormai si aspetta da troppo tempo quel cambiamento culturale, sociale, politico e imprenditoriale, che renda sostenibile lo sviluppo in una terra da forti potenzialità come la Calabria."