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ORDINE GEOLOGI SARDEGNA: MANCA UN’EFFICACE POLITICA DI DIFESA TERRITORIO FINALIZZATA A PREVENZIONE

Pubblicato il 30/11/2020

I nubifragi, che hanno funestato la Sardegna, ancora una volta hanno tragicamente messo alla ribalta le fragilità esistenti nei centri urbani e nel territorio in generale.

Nonostante il susseguirsi di avvertimenti, si riscontra ancora la mancanza di un'efficace politica di difesa del territorio, incentrata sulla prevenzione del dissesto, attuabile con interventi che abbiano, come finalità, la cura e la disciplina del territorio. Ancor oggi subiamo, scrive il Consiglio dell'Ordine dei Geologi della Sardegna, la conseguenza della mancanza di modelli idraulici, tarati sul contesto geologico sardo, inoltre quelli comunemente applicati non contemplano, tra gli altri aspetti, il contributo del carico solido mobilitato e trasportato dalla corrente durante gli eventi di piena, aggravando notevolmente l'impatto della massa d'acqua in movimento. Questa è ancora una volta l'occasione per constatare quali sono le conseguenze dei lunghi tempi di approvazione dei progetti, piuttosto che della realizzazione degli interventi, fino a quasi non vederne la conclusione entro tempi, che non siano quelli delle ere geologiche. Al contempo però è necessario attenzionare, affinché le semplificazioni normative non si limitino ad uno scavalcamento di passaggi progettuali e di verifiche, che sono, invece, imprescindibili.

A causa della sempre maggiore ricorrenza ed intensità degli eventi meteorici, anche in quei contesti ove amministrazioni oculate si sono impegnate per programmare e ottenere finanziamenti per progetti per la difesa idrogeologica del territorio, le conseguenze si sono manifestate nella loro gravità. Questi ultimi eventi documentano, ancora una volta, un approccio per la difesa del territorio, inefficace se non addirittura lesivo.

È vero che non possiamo prescindere dai modelli, ma questi devono essere supportati da competenze specialistiche che muovendosi sul campo sanno leggere il territorio e cogliere i suoi segnali, comprendere le ripercussioni di un'opera edilizia, di una modificazione del territorio, piuttosto che di un'urbanizzazione, per non citare deforestazioni, incendi o arature in pendio. Tutti elementi che portano ad una esasperazione degli effetti di eventi che talora così estremi in effetti non sono, ma estremo è l'uso che si è fatto troppo spesso del territorio, aumentandone a dismisura l'esposizione al rischio idrogeologico. 

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