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RISCHI NATURALI E DANNI ECONOMICI IN EUROPA: COMPENDERLI MEGLIO PER AFFRONTARE SHOCK E CRISI FUTURE

Pubblicato il 08/04/2021

E' stato pubblicato il nuovo rapporto "Science for Disaster Risk Management 2020: acting today, protecting tomorrow", incentrato sulle conseguenze dei disastri naturali su popolazione, settori economici, infrastrutture, ecosistemi e patrimonio culturale.

Tale rapporto, alla sua seconda edizione, nasce dalla collaborazione di oltre 300 esperti nella gestione del rischio di disastri; gli autori, di tanti settori e discipline diverse, forniscono informazioni accurate ed aggiornate sulle conseguenze che i disastri hanno su alcune delle risorse-chiave delle nostre società (popolazione, settori economici, infrastrutture essenziali, ambiente e patrimonio culturale) e su come tali disastri possano essere gestiti. Il rapporto fornisce, infine, una serie di raccomandazioni rivolte a 4 gruppi "target", in grado di lavorare attivamente per ridurre il rischio di disastri: decisori politici, professionisti, scienziati e cittadini. Lo studio parte dall'identificazione dei problemi per arrivare all'individuazione delle soluzioni e dei migliori approcci d'intervento; la sua pubblicazione rappresenta una buona occasione per coinvolgere i diversi portatori d'interesse e per identificare ciò, che la comunità scientifica ha imparato finora e per esplorare insieme come mettere in pratica le raccomandazioni proposte.

I pericoli naturali rappresentano una grave minaccia per lo sviluppo sostenibile, la stabilità economica e la crescita, la coesione territoriale e la resilienza delle comunità. Sulla base delle stime dell'Agenzia Europea dell'Ambiente, dal 1980 al 2017, i danni economici dovuti ai soli rischi naturali in Europa sono stati pari a 557 miliardi di euro: la maggior parte legati ad eventi climatici e meteorologici estremi, la cui frequenza e / o intensità si prevede sia destinata ad aumentare a causa del cambiamento climatico, indotto dall'uomo.

Gli autori concludono, sottolineando la lezione appresa durante l'attuale pandemia da COVID-19.

"Quello, che abbiamo vissuto durante il lockdown e che stiamo ancora sperimentando", scrivono, "è solo una pallida anticipazione degli shock sistemici, che il clima ed i cambiamenti ambientali a livello globale potrebbero causare e causeranno in futuro. I futuri miglioramenti nella valutazione del rischio dovranno essere incentrati su una migliore comprensione delle perdite economiche indirette e delle ripercussioni negative, generate dai cosiddetti eventi "a lenta insorgenza" (slow-onset hazards), dai rischi composti e dai rischi a cascata, oltre che sulle perdite causate dalla perturbazione ed interruzione delle reti sociali, dei flussi economici e dei servizi ecosistemici.

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