Non solo rapporti di buon vicinato ma, soprattutto, condivisione operativa di strategie comuni e progetti, che interessano perlopiù i territori bagnati dalle medesime acque e scambio di modalità operative per far fronte ad una stagione irrigua, che sta già mettendo sotto stress alcune fonti di approvvigionamento, destinate al comparto agricolo ed alle colture tipiche del territorio, tra cui spiccano i foraggi per l'alimentazione delle bovine da latte per la produzione del Parmigiano Reggiano: per questo, i vertici del Consorzio di bonifica dell'Emilia Centrale (con il presidente, Matteo Catellani ed il direttore, Domenico Turazza, a fare gli onori di casa) hanno ospitato la neo-eletta presidente del Consorzio della bonifica Parmense, l'imprenditrice agricola Francesca Mantelli ed il direttore, Fabrizio Useri.
Il focus di approfondimento immediato è stato sulle molteplici azioni, che la Bonifica attua quotidianamente nelle zone collinari e montane e sui numerosi progetti, che entrambi gli enti stanno concretizzando, grazie ad interventi capillari di regimazione e pulitura delle canalizzazioni, volti a consolidare i versanti, soprattutto in corrispondenza della rete stradale consortile. Oltre a questo, un lungo spazio del summit è stato dedicato alle opere idrauliche ed alle progettazioni inserite nei percorsi di finanziamento ministeriale e comunitario; avranno il compito di arginare il gap idrico, che oggi vede un importante deficit nella reggiana Val d'Enza, che condivide, con la provincia parmense, ben il 40% della risorsa idrica complessiva. Tra questi progetti spicca un invaso di grandi dimensioni ad impatto sostenibile, il recupero dei laghi Balano e Verde, la traversa di Cerezzola, il recupero e l'impiego dei reflui depurati dal prossimo impianto intercomunale di depurazione presso Monticelli Terme, l'individuazione di aree idonee alla produzione di energia idroelettrica, la realizzazione delle opere di efficientamento sul canale Spelta (canale in territorio parmense, ma che trae la risorsa idrica dalla presa di Cerezzola sul torrente Enza).
Su quest'ultimo, il Consorzio di bonifica dell'Emilia Centrale, che gestisce, insieme all'ente consortile parmense, il tratto di canale comune fino al partitore di Fontaneto nel comune di San Polo d'Enza, ha progettato il riordino funzionale del nodo idraulico attraverso l'automazione di diverse paratoie sia di derivazione che di scarico: alle originarie funzioni irrigue del partitore si sono aggiunte anche quelle di nodo, dal quale attingere le portate destinate alla produzione di energia rinnovabile. Se sino ad oggi dunque al nodo di Fontaneto veniva convogliata una portata massima di circa 4.000-4.200 litri al secondo, a breve si passerà ad una nuova portata di circa l/sec 6000, grazie alla fattiva sinergia tra i due enti, che presto attiveranno la nuova centrale idroelettrica nel casello idraulico di Guardasone, sulla sponda sinistra del torrente Enza nel comune di Traversetolo, dotata di una turbina adatta ai bassi salti della potenza nominale di 122 kilowatt per una portata massima di l/sec 2500 ed una portata media di 1470 litri al secondo, capace di produrre energia per circa 840 megawattora all'anno.
A questa centralina dovrebbero aggiungersene altre due nel primo tratto del Canale d'Enza, nei comuni di Canossa e San Polo, in grado di produrre complessivamente 1.200 megawattora all'anno e la cui progettazione esecutiva sta per essere elaborata dal Consorzio di bonifica dell'Emilia Centrale, che ne assumerà la gestione. Si tratta di energia pulita, prodotta praticamente ad "impatto zero", ottenuta ottimizzando un sistema irriguo già esistente; il prelievo idrico dal fiume non verrà infatti aumentato. La gestione degli impianti e le modalità di prelievo sono regolate dalle concessioni di derivazione d'acqua pubblica con finalità irrigue e idroelettriche, rilasciate da Arpae (Agenzia Prevenzione Ambiente Energia Emilia Romagna). Si è parlato, inoltre, della necessità di garantire il mantenimento di un flusso costante, capace di assicurare la presenza d'acqua, anche quando il regime torrentizio non lo consentirebbe: acqua utile al mantenimento del deflusso ecologico e della biodiversità in area, che sarebbe completamente arida.
Il "work in progress" operativo è proseguito con l'analisi della gestione idraulica degli impianti e con l'aggiornamento sui bassi livelli del fiume Po, che già in questo periodo, vista la perdurante assenza di precipitazioni, rende difficoltoso il prelievo, soprattutto presso l'impianto di Boretto e l'impianto di Foce Ongina a causa del progressivo insabbiamento delle pompe, cui l' "Emilia Centrale", pur non avendone la diretta competenza, sta ponendo rimedio, grazie all'intervento degli escavatori.