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“L’ARNO CHE VERRA’”: AL VIA I LAVORI PER IL GRANDE CONTRATTO DI FIUME

Pubblicato il 23/04/2021

Hanno preso ufficialmente il via i lavori Del Contratto di Fiume "Un patto per l'Arno", che abbraccia l'intera asta fluviale del corso d'acqua toscano: un accordo siglato dall'Autorità di Bacino dell'Appennino Settentrionale, insieme ad ANBI Toscana, A.N.C.I. (Associazione Nazionale Comuni Italiani) Toscana, ai Consorzi di bonifica "Alto Valdarno", "Medio Valdarno", "Basso Valdarno" ed ai 49 Comuni (tutti i rivieraschi più alcuni limitrofi al fiume). Un "contratto dei contratti" nato con l'obbiettivo di raccogliere e valorizzare le iniziative "green" attorno all'Arno. Nuova tappa del percorso è stato il webinar "L'Arno che verrà. Idee e progetti per il nostro fiume nella Giornata Mondiale della Terra"; i temi all'ordine del giorno sono stati tanti: protezione civile, manutenzione e riqualificazione partecipata dei territori fluviali, ambiente, volontariato, ricerca, processi di "governance" per la riduzione dei rischi ambientali, energie rinnovabili, acqua ed agricoltura, turismo, navigabilità, pesca, canottaggio, ciclovie, recupero delle plastiche e tutela degli ecosistemi fluviali. Ai avori è intervenuto da remoto anche il Presidente di ANBI, Francesco Vincenzi.

«Nell'ambito dell'Osservatorio nazionale dei Contratti di Fiume, questo progetto è molto rilevante, perché coinvolge numerosissimi stakeholder e Comuni – afferma Maddalena Mattei Gentili, per il Ministero della Transizione Ecologica - Il punto debole dei Contratti di Fiume è la mancanza di una linea di finanziamento dedicata; il Ministero è al lavoro per includerli negli interventi su prevenzione, cambiamenti climatici e dissesto idrogeologico della politica di coesione 2021-2027, stimolando e supportando le Regioni, perché lo possano inserire nei loro strumenti di programmazione.»

«L'auspicio è che gli impegni della risoluzione, pensata proprio nella logica di consolidare gli strumenti di finanziamento dedicati, si traducano in una serie di azioni di rafforzamento delle politiche di sostegno ai Contratti di Fiume – aggiunge Chiara Braga, componente della Commissione Ambiente della Camera dei Deputati e fra le promotrici di una risoluzione sui Contratti di fiume, approvata lo scorso novembre . Il valore del Contratto del Fiume Arno assume una rilevanza particolare sia per la sfida di mettere insieme tanti soggetti sia per il suo valore simbolico, dato che interessa uno dei fiumi più importanti del Paese.»

«La Regione Toscana ha investito molto per ridurre il rischio idraulico e vogliamo proseguire in questo senso. Proprio la prossima settimana - annuncia l'assessore all'ambiente di Regione Toscana, Monia Monni - partiranno i lavori per la cassa d'espansione di Pizziconi 2 e che riguardano la sicurezza dell'Arno. I lavori di difesa vanno affiancati alla valorizzazione dei nostri corsi d'acqua, che devono essere sempre più percepiti come risorsa. Il Contratto di Fiume è fondamentale, perché è un vero e proprio patto fra tutti gli attori, che operano sul fiume. Servono però risorse ed una programmazione certa con un orizzonte temporale più ampio.»

«L'obbiettivo alla base del Patto per l'Arno è quello di codificare a livello di distretto un "contratto dei contratti" per dare indicazioni generali a tutti i soggetti, che stavano già lavorando ai Contratti di Fiume nei vari tratti ed avere un pacchetto di progetti concordati per essere pronti a sfruttare le linee di finanziamento, che si presenteranno – spiega Massimo Lucchesi, segretario dell'Autorità di Bacino dell'Appenino Settentrionale – Per noi è un inizio esaltante, perché applicare il Contratto all'Arno, il quarto fiume d'Italia, significa creare un percorso, che può essere d'indicazione per gli altri territori».

«I Consorzi di bonifica credono nei Contratti di Fiume e si pongono volentieri come coordinatori di così tante proposte – evidenzia Marco Bottino, presidente di ANBI Toscana e del CB3 Medio Valdarno – E' il momento di farlo in particolare in Toscana, che più di altre ha investito in manutenzione e prevenzione con risultati visibili sul territorio. Sull'Arno ci sono tanti interessi positivi, ma anche molti problemi da risolvere – spiega Bottino - L'80% della plastica, che finisce in mare deriva dai fiumi.»

«In questi anni è avvenuto un piccolo miracolo – aggiunge Matteo Biffoni, presidente di A.N.C.I. Toscana – L'Arno rischiava di essere un problema e di portare soprattutto disagio ai nostri territori; oggi, invece, il fiume è diventato uno spazio di sviluppo, crescita, salvaguardia dell'ambiente, opportunità di lavoro e di svago. Il grande risultato è stato riuscire a mettere insieme garanzia di sicurezza e sviluppo rispettoso della natura: una felice intuizione, che ha dato personalità ad una nuova e felice idea di rapporto con l'Arno. I Comuni naturalmente sono particolarmente interessati a stare dentro questo percorso e non faranno mai mancare partecipazione e sostegno.»

«Nel nostro comprensorio abbiamo pensato di dividere il tratto dell'Arno in tre contratti fiume: H2O Casentino, Abbraccio d'Arno e Acque d'Arno – spiega Serena Stefani, presidente del Consorzio di bonifica 2 Alto Valdarno -. Abbiamo già registrato, l'estate scorsa, un grande interesse della comunità. Il Covid ha fatto riscoprire ai cittadini gli spazi verdi vicino a casa per trovare momenti di relax. È emersa con forza la necessità di abbinare sicurezza idraulica con salvaguardia ambientale attraverso una serie di buone pratiche: siamo convinti che un equilibrio fra questi due mondi, troppo spesso in contrapposizione, sia possibile. Occorre poi una politica attenta sulla montagna, perché metterla in sicurezza significa mettere in sicurezza anche i tratti a valle. Occorre quindi impegnarsi nella ricerca di fondi ad hoc.»

«Sul territorio del CB4, che va da Capraia e Limite fino alla foce, cureremo in particolar modo due aspetti: la navigabilità, sia a scopo turistico che sportivo ed il tema della raccolta di macroplastiche – spiega Maurizio Ventavoli, presidente del Consorzio di bonifica 4 Basso Valdarno -In questo senso è già in fase di sperimentazione, un progetto in collaborazione con l'Università di Pisa e che ha dato ottimi risultati grazie all'installazione di barriere, che intercettano la plastica sui canali minori. Ora stiamo valutando come agire su corsi d'acqua più grandi come l'Arno o già sui suoi affluenti, bloccando quindi le plastiche prima che si riversino nel fiume.»

«Quando si parla di Arno si parla di uno dei maggiori e più evocativi fiumi italiani, non solo per le caratteristiche fisiche, ma anche per il suo valore identitario e simbolico – sottolinea Massimo Bastiani, coordinatore scientifico del Tavolo Nazionale sui Contratti di Fiume - C'è un crescente interesse ad essere protagonisti della storia dei propri fiumi; un protagonismo, cui bisogna dare gambe, trasformando le criticità in opportunità, creando nuove alleanze e favorendo una "governance", che migliori la gestione del territorio. La sfida principale del Patto dell'Arno è quella di armonizzare linguaggi, visioni ed obbiettivi, operando un esercizio di futuro.»

«Il ruolo dell'agricoltura all'interno dei Contratti di Fiume deve essere sempre più incisivo. Possiamo dare il nostro apporto, valorizzando i comportamenti delle nostre imprese agricole – dichiara Antonino Melara per l'assessorato regionale toscano all'agricoltura - Le nostre misure vanno nella direzione di mettere in atto politiche di tutela dell'acqua e del suo uso. Vediamo i Consorzi di bonifica come un braccio operativo importantissimo; a volte si sottovaluta il loro ruolo in tema di irrigazione. Ci ripromettiamo un nostro coinvolgimento maggiore: dovremo avere un ruolo propositivo anche in sinergia con le organizzazioni professionali agricole.»

«In questo percorso credo che vada sempre ricordato il ruolo della sicurezza: dev'esserci una comunità resiliente anche rispetto al rischio alluvione – conclude Paola Bertuccioli per il Dipartimento Nazionale della Protezione Civile - È importante che si tenga sempre presente che esiste una quota di rischio residuo; i cittadini devono esserne coscienti e conoscere le norme di autoprotezione necessarie. In questo senso, la Protezione Civile lavora a livello nazionale e locale attraverso iniziative d'informazione come "Io non rischio", che coinvolge le associazioni di volontariato, presenti sul territorio.»

Ecco l'elenco dei 49 Comuni aderenti al Patto per l'Arno:

Comprensorio CB2: Arezzo, Bibbiena, Capolona, Castel Focognano, Castel San Niccolò, Chiusi della Verna, Civitella in Val di Chiana, Figline e Incisa, Laterina Pergine Valdarno, Montevarchi, Ortignano Raggiolo, Pelago, Poppi, Pratovecchio Stia, Reggello, Rignano sull'Arno, San Giovanni Valdarno, Subbiano, Terranuova Bracciolini, Castiglion Fibocchi, Chitignano, Montemignaio, Talla.

Comprensorio CB3: Bagno a Ripoli, Campi Bisenzio, Carmignano, Empoli, Fiesole, Firenze, Lastra a Signa, Montelupo Fiorentino, Pontassieve, Scandicci, Signa.

Comprensorio CB4: Calcinaia, Capraia e Limite, Cascina, Castelfranco di Sotto, Cerreto Guidi, Fucecchio, Montopoli in Valdarno, Pisa, Pontedera, San Giuliano Terme, San Miniato, Santa Croce sull'Arno, Santa Maria a Monte, Vicopisano, Vinci.

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