GOCCIA VERDE ANBINFORMA AMBIENTI D’ACQUA MAGAZINE IRRIGANTS EUROPE CAP2020 PROGETTI ANBI
ITEN
Menu mobile
Go back

BACINO DEL FIUME PO: LE RECENTI PIOGGE NON HANNO MIGLIORATO LA SITUAZIONE. MOLTE AREE A RISCHIO IN EMILIA ROMAGNA, PIEMONTE, VENETO E MARCHE

Pubblicato il 07/07/2021

A pochi giorni dalle rilevazioni, che registrano le diverse portate lungo l'asta del fiume Po, la situazione generale del distretto del Grande Fiume, pur beneficiando seppur parzialmente delle precipitazioni cadute nei giorni scorsi, resta particolarmente deficitaria. Se è vero infatti che il fiume ha guadagnato qualche centimetro in più, come dimostrato dall'aggiornamento del livello idrometrico, è vero anche che molte aree prese in esame, già particolarmente caratterizzate da mancanza prolungata di piogge da oltre 50 giorni, non hanno ricevuto il minimo sollievo, peggiorando così lo stress del territorio, delle colture e dell'habitat. Le alte temperature di questi giorni (+1 / +3 gradi rispetto alle medie del periodo) nella pianura padana stanno influendo negativamente su tutte le forme di approvvigionamento idrico, nonchè sulla traspirazione del suolo ed in alcuni sottobacini i valori si attestano alla soglia dell'emergenza, quando non toccati dalla risorsa idrica del Po o serviti dalle acque dei grandi laghi alpini che, pur calando repentinamente viste le necessità, restano sufficientemente invasati.

Meuccio Berselli, Segretario Generale dell'Autorità Distrettuale del Fiume Po – MITE: "Il contesto generale non è migliorato. Alcune aree soffrono da più di un mese. Lo sforzo di tutti è per agire in modo mirato al fin di salvaguardare le economie locali e l'ambiente del Po, vero polmone indispensabile per il territorio padano. Le previsioni d'instabilità per la prossima settimana potrebbero, infatti, non dare quanto sperato da tutti . Nel complesso – conclude Berselli – la situazione generale è costantemente sotto la nostra lente, soprattutto considerati i casi di alcuni sottobacini, in cui aumenta progressivamente il rischio di siccità più marcata. Queste aree sono: la zona di pianura emiliana, che non gode dell'apporto dei torrenti appenninici; la Romagna, dove resta solo il canale Emiliano Romagnolo, che preleva la risorsa proprio dal Po, a portare ristoro ai territori ed a garantire la completa maturazione delle colture stagionali; più a valle anche le zone costiere adriatiche ed entroterra marchigiano, soprattutto; l'area del delta Po a Ferrara e Rovigo (con l'incremento della risalita del cuneo salino); le zone del Basso Piemonte, del Biellese, dell'Astigiano, di parte del Vercellese e tutto il Cuneese, in cui la morsa della siccità si sta facendo davvero più marcata e pericolosa."

La situazione idrologica aggiornata nel dettaglio: la situazione attuale dello stato di severità idrica risulta in aumento, per il mese di luglio, soprattutto per quanto riguarda l'andamento delle temperature attese; occorre mantenere alta l'attenzione su tutto il distretto, soprattutto per le zone, che già ad oggi presentano stress idrici più marcati. Gli ultimi eventi meteorici diffusi su tutto l'arco alpino e nella pianura non hanno influito particolarmente sulle portate attuali del fiume Po e che risultano stazionarie soprattutto nella parte terminale del bacino. In particolare, nella giornata del 5 Luglio, la portata osservata a Pontelagoscuro (Ferrara) risulta pari a 582 metri cubi al secondo, inferiore alle medie di periodo con uno scarto costante, per tutto il mese appena trascorso, superiore a -30%, dovuto alla quasi pressoché assenza di contributi da parte dei torrenti appenninici.

Le attuali portate di magra comportano anche il conseguente abbassamento dei livelli idrometrici i quali, pur mantenendosi al di sotto delle medie, non demarcano ancora evidenti condizioni di stress significativo per habitat lungo tutta l'asta principale del fiume Po.

Le precipitazione del mese di giugno presentano anomalie negative, che risultano più significative nei bacini lombardi e nella parte di pianura, dove si osservano valori anche di molto inferiori alle medie del periodo. Le precipitazioni del mese di giugno non sono riuscite quindi a colmare un gap delle cumulate ai valori medi, ormai cronicizzato da parecchi mesi con punte di oltre il 50% in deficit. In particolare, si segnalano precipitazioni molto scarse sul settore romagnolo, dove sono caduti solo 18,7 millimetri, un valore prossimo ai minimi storici, con -60% rispetto alla media del periodo (pari a mm. 49,65). Le scarse o inconsistenti precipitazioni del mese di giugno, legate principalmente a fenomeni di carattere temporalesco, si sono concentrate in eventi di breve durata e forte intensità con forte ruscellamento superficiale, risultando poco efficaci sia alla ricarica delle falde sia alle colture.

Con riferimento alle temperature, Giugno e l'inizio di Luglio hanno visto lunghi periodi con alte temperature e picchi al di sopra della media (affievoliti soltanto da alcuni repentini abbassamenti, che tuttavia non hanno raffrescato il clima) anche con minime notturne, particolarmente elevate rispetto alle medie, incrementando l'esigenza idrica del territorio. Le medie sul periodo hanno evidenziato valori prossimi ai massimi storici in tutto il distretto, con alcuni picchi ragguardevoli nella parte lombarda (settore Lambro: 23,9 gradi sulla temperatura media; settore Mincio: 23,6 °C), rendendo molto amplificato soprattutto l'effetto caldo nelle pianure, nelle aree vallive e nelle città. Le alte temperature registrate (tra +2 e +3° C sulle medie del periodo) provocano una forte evapotraspirazione, il cui tasso di aumento è fino a due volte superiore alle stime precedenti; questo comporta un'accelerazione nell'essiccazione dei terreni e della vegetazione, creando zone siccitose in alcune regioni. Le alte temperature inducono anche fenomeni, che potrebbero ripercuotersi sulla qualità delle acque come, ad esempio, la proliferazione delle alghe e scompensi nel quantitativo di ossigeno, anche se al momento il livello di rischio per gli habitat risulta contenuto. Le portate defluenti nella zona deltizia, soprattutto durante le alte maree, generano una risalita del cuneo salino su valori di attenzione (ramo di Pila: fino a 11,4 chilometri dalla foce). La tendenza alla riduzione delle portate potrebbe far raggiungere valori confrontabili con la prima soglia critica di m3/s 450, facendo aumentare la risalita dell'acqua marina.

Le alte temperature dell'ultimo mese hanno ridotto il surplus di neve, che insisteva su tutto l'arco alpino (-7% rispetto alla settimana precedente), facendo tornare i valori appena superiori alla media del periodo. Lo scioglimento del manto nevoso ha ricaricato tutti i bacini montani ed i laghi, ora allineati con le medie; tutte le derivazioni risultano ad oggi soddisfatte, toccando in molti casi i valori di massimo prelievo. I volumi trattenuti negli invasi artificiali e nei laghi risultano quindi in linea con i valori delle medie stagionali. In particolare, il lago Maggiore presenta livelli superiori alle medie del periodo con un riempimento al 92,5% e livello, all'idrometro di Sesto Calende, di cm. 122, in netto recupero rispetto al mese precedente. Tutti gli altri laghi hanno valori di riempimento, leggermente superiori alle medie.

Related articles