"Inizialmente fu incredulità, perché mai il Veneto era stato travolto da una simile calamità meteorologica; poi dolore, nel vedere ancora una volta la montagna veneta e non solo, ferita così profondamente da far temere il peggio; infine determinazione di tutti: istituzioni, Regione, Comuni, Province per rinascere,facendo squadra. Resta ancora parecchio da fare, ma oggi, a tre anni di distanza da quella catastrofe, possiamo andar fieri di quanto è stato fatto, ben consci che altro lavoro ci aspetta."
Lo dice il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, ricordando il terzo anniversario della tempesta Vaia, che in poche ore rase al suolo interi boschi, distrusse strade ed opere pubbliche, mise in ginocchio migliaia di cittadini e di attività produttive.
Tre anni fa, il 29 ottobre 2018, la tempesta Vaia si abbattè con violenza mai vista sul Veneto, in particolare sulla montagna bellunese e vicentina, spazzando letteralmente via una superficie boschiva pari a 70.000 campi da calcio ed abbattendo, come stuzzicadenti, più di 15 milioni di alberi. I danni arrecati dall'impressionante potenza del vento, che soffiava fino a 200 chilometri orari, sono stati quantificati in una cifra vicina ai 3 miliardi di euro: case ed infrastrutture crollate, frane, strade interrotte, ospedali isolati, scuole e ferrovie chiuse, paesi senza energia elettrica o rete telefonica, laghi interrati ed opere naturali come i Serrai di Sottoguda distrutti. Tre furono i morti: un padovano schiacciato da un platano a Feltre, un falcadino scivolato nel torrente, un'anziana di Selva di Cadore, travolta da un albero nel bosco.
"Il Veneto non si è pianto addosso ed ha ricostruito in fretta – dice Zaia - intraprendendo un piano da oltre duemila cantieri (2.221 ad oggi) per oltre 700 milioni di euro, tra cui le opere simbolo della ricostruzione dei Serrai e della sistemazione del lago di Alleghe. Ne partiranno presto altri 360, pari a circa 270 milioni di euro. Sono lavori, su cui abbiamo investito molto, ma che vanno fatti, perché l'incolumità umana viene prima di tutto - dice il governatore - e perché, se un'altra catastrofe come Vaia capitasse, non possiamo farci trovare impreparati. Con questa stessa logica, quella della prevenzione e previsione, dopo la grande alluvione del 2010 abbiamo messo in piedi migliaia di cantieri per la difesa del suolo, attuando il Piano d'Alpaos da 3 miliardi di euro. Questa programmazione ci ha evitato, nell'autunno 2019, il ripetersi di quanto avvenuto 9 anni prima. Se piove di più rispetto ad eventi, che hanno creato disastri e ci sono meno danni, vuol dire che le opere sono efficaci. Non molliamo di un centimetro, perchè si è visto che quello, che stiamo facendo, ha avuto effetti positivi."
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