"Con la decisione che abbiamo preso, possiamo davvero affermare che è stato scongiurato il rischio legato ad un'applicazione puntuale della norma sul deflusso ecologico, che avrebbe dovuto partire dal 1 gennaio 2022 con tutte le conseguenze negative, che ne sarebbero potute conseguire."
Esprime soddisfazione l'assessore all'ambiente di Regione Veneto, Gianpaolo Bottacin, per il "lavoro di squadra" fatto durante i lavori del comitato dell'Autorità di Distretto delle Alpi Orientali e durante il quale è stato approvato il piano di gestione delle acque.
"Grazie ad un lavoro durato anni e che ci ha visti come Regione impegnati insieme ad altri soggetti interessati tra cui Enel, il nostro braccio operativo rappresentato da A.R.P.A.V. ed i consorzi di bonifica, siamo riusciti a dimostrare che l'applicazione immediata della normativa sul deflusso ecologico avrebbe contrastato con i principi dell'eccessiva onerosità socio-economica, rispetto al limitatissimo beneficio ambientale per i corsi d'acqua, peraltro abbondantemente a scapito della distruzione del livello qualitativo dell'ecosistema lacuale. E' stato sancito il principio della gradualità nell'applicazione e soprattutto quello della derogabilità. Lo ribadisco: grazie all'impegno di tutti, perché questa vittoria è il frutto di un leale gioco di squadra tra enti."
Ora si continuerà con i programmi di indagine sperimentale sul deflusso ecologico, già avviati sul territorio regionale, ma anche con nuove attività: con l'elaborazione del bilancio idrico e idrogeologico dei bacini idrografici di Piave, Brenta-Bacchiglione, Sile, Livenza, bacino scolante nella laguna di Venezia; con l'individuazione degli elementi conoscitivi, prodromici al rinnovo delle concessioni di derivazione irrigua, giunte a scadenza o con scadenza prevista nel sessennio 2022-2027.
"A tal fine – aggiunge Bottacin - grazie all'accordo siglato recentemente, a seguito della delibera approvata dalla giunta regionale, l'autorità di bacino si è impegnata formalmente a definire il bilancio idrico e idrogeologico, allo scopo di assicurare l'equilibrio tra le disponibilità ed i fabbisogni per i diversi usi, assegnando priorità ai bacini e ad elaborare, sulla base delle evidenze del bilancio idrico e idrogeologico, nuovi scenari di utilizzo della risorsa idrica, derivanti da un'allocazione spazio-temporale della risorsa, che massimizzi ad un tempo il livello di soddisfacimento dei fabbisogni per i diversi usi e gli obbiettivi ambientali dei corpi idrici. L'applicazione incondizionata della direttiva sarebbe stata assolutamente negativa per il nostro territorio – dettaglia ancora l'assessore -in quanto, tra i vari effetti, avrebbe visto la perdita di quasi mille gigawattora di energia idroelettrica all'anno, ma anche i laghi di montagna costantemente vuoti con conseguente devastazione del loro ecosistema, la morte del turismo di molte aree che vivono sui laghi, un sensibile ridimensionamento dell'attività agricola, oltre a diverse problematiche di sicurezza idraulica e nella gestione dello spegnimento degli incendi boschivi per l'impossibilità dei bacini a contenere l'acqua necessaria."