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CONSORZIO DI BONIFICA E PROVINCIA CONTRARI ALLE ESTRAZIONI IN ADRIATICO

Pubblicato il 22/02/2022

I rincari energetici e i timori per l'instabilità politica tra Russia ed Ucraina stanno facendo moltiplicare gli appelli per riprendere le estrazioni di gas metano nell'Alto Adriatico; una situazione, che preoccupa anche il Consorzio di bonifica Pianura di Ferrara e la Provincia di Ferrara.

Presenti al recesopralluogo anche Francesco Vincenzi, presidente dell'Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI) e Stefano Calderoni, nella doppia veste di vicepresidente ANBI e presidente del Consorzio di Bonifica Pianura di Ferrara.

"I consorzi di bonifica – ricorda il presidente dell'Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI), Francesco Vincenzi – subiscono, come i cittadini e le aziende, i rincari energetici e stanno pagando e pagheranno bollette salatissime per garantire irrigazione ed interventi sugli impianti. Occorre ricordare, però, che l'estrazione metanifera ha innescato tra il 1950 e il 1980 un'accelerazione dell'abbassamento del suolo, decine di volte superiore ai livelli normali con punte massime di oltre 3 metri. Per questo ci appelliamo al principio di massima precauzione prima di pensare ad una ripresa massiccia delle trivellazioni in Alto Adriatico."

Sulla stessa lunghezza d'onda anche Stefano Calderoni, presidente del Consorzio di bonifica Pianura di Ferrara e vicepresidente di ANBI: "Riprendere le estrazioni metanifere sul nostro territorio non solo è un errore, ma sarebbe come tentare di curare una ferita grave con un cerotto. Questo tipo di estrazione non ci renderebbe, infatti, autonomi dall'approvvigionamento dai Paesi dell'Est, perché le scorte sarebbero insufficienti nel lungo periodo. Inoltre, paradossalmente, gli effetti delle trivellazioni farebbero aumentare ulteriormente i costi di Bonifica, perché se il suolo si abbassa, dobbiamo far lavorare gli impianti in maniera straordinaria per impedire all'acqua di sommergere il territorio. Serve, piuttosto, un piano strategico per le energie rinnovabili, che ci consenta di utilizzare le sponde dei canali, che sono già impermeabilizzate, per il fotovoltaico oppure i pannelli "galleggianti" sui canali. Il Consorzio ha già un progetto, che ci consentirebbe di produrre energia senza consumare un centimetro di suolo, ma la burocrazia e l'esclusione dei Consorzi come "produttori di energia" dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza ci sta facendo rallentare."

Impensabile pure per Gianni Michele Padovani, presidente della Provincia di Ferrara, una ripresa dell'estrazione di gas metano nel Delta del Po: "Appare quasi surreale che, tra le diverse opzioni possibili, si pensi di sfruttare ancora una volta le nostre aree marine a fini energetici. Come presidente di un ente di area vasta e che ha come primo dovere quello di amministrare e salvaguardare il territorio, trovo impensabile che una zona protetta dall'alto valore ambientale, riconosciuta dal Mab Unesco, venga anche solo presa in considerazione. Il Basso Ferrarese, come i territori attigui del rodigino e del ravennate, vive di pesca, agricoltura, turismo lento ed ecosostenibile e pare ovvio che la nostra economia non può permettersi le ripercussioni ambientali di una trivellazione. Insieme al Consorzio di bonifica agiremo in tutte le sedi per evitare che l'estrazione di gas metano venga effettuata a discapito dell'equilibrio idrogeologico, ma anche sociale ed economico dei territori."

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