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100 ANNI DI MODERNA BONIFICA: AL VIA IL PERCORSO PER LA CANDIDATURA DEL PAESAGGIO DELLA BONIFICA A PATRIMONIO UNESCO

Pubblicato il 07/06/2022

Anche a Firenze, nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio, si sono celebrati i cento anni dal Congresso di San Donà di Piave, che pose le basi della bonifica moderna, unendo aspetti di sanificazione, sicurezza idraulica e gestione delle acque aD uso irriguo. Promosso da ANBI Toscana e con il quotidiano La Nazione come media partner, l'evento "1922-2022: la Bonifica per la sostenibilità" ha permesso di aprire una riflessione sull'impegno futuro fra sicurezza, sostenibilità, ambiente e agricoltura.

L'evento è arrivato all'indomani della Giornata delle Manutenzioni, promossa da ANBI e Regione toscane e dedicata a tracciare il bilancio degli investimenti e dei relativi risultati delle attività di bonifica ,possibili anche grazie alla sinergia fra regione, consorzi ed istituzioni, che hanno dato vita a un vero e proprio "modello toscano". Nel 2021 sono stati quasi 121, i milioni di euro investiti per tenere in sicurezza ed in salute oltre 36.000 chilometri di corsi d'acqua: tra questi, 6,5 milioni arrivano dalla Regione Toscana per la manutenzione ordinaria sulle opere di seconda categoria; 92 milioni da fondi dei consorzi di bonifica, derivanti dal tributo 2021 ed altri 23 milioni da investimenti extra tributo.

Numerosi gli interventi, coordinati da Piero Fachin vicedirettore del quotidiano La Nazione. 

«La disciplina dei fenomeni naturali, in epoca antica e recente, ha caratterizzato la nostra regione – afferma Eugenio Giani,presidente della Regione Toscana - Uno degli interventi più rilevanti, fatti in Toscana, è stato il lago di Bilancino. I consorzi stanno facendo un grande lavoro, non solo nell'ambito della bonifica, ma anche nell'irriguo. La bonifica diventa così irrigazione, gestione dell'acqua e cura dell'ambiente attraverso una capacità di disciplina del territorio, che è parte della storia della Toscana da 2000 anni.»

«Oggi si sta scoprendo sempre più l'importanza fondamentale della cura dell'acqua – aggiunge Luca Milani, presidente del Consiglio Comunale di Firenze – Noi ci siamo incamminati da tempo su questo terreno, sul quale va costruito il futuro: non solo prevenzione dei corsi d'acqua ma tutela a tutto tondo.» 

«L'Accademia che ho l'onore di rappresentare ha avviato dalla sua nascita un percorso per promuovere una nuova cultura del territorio – prosegue Massimo Vincenzini, presidente dell'Accademia dei Georgofili –. In questo giorno di festa per i consorzi sono qui in segno di vicinanza, con l'augurio di perseverare nell'azione intrapresa.»

A seguire si è tenuta la relazione introduttiva, affidata a Massimo Gargano direttore generale di ANBI.

Anna Guarducci dell'Università degli Studi di Siena, nel tracciare una panoramica di cent'anni di bonifica in Toscana, ha parlato della possibilità di elevare i luoghi della Bonifica a siti Patrimonio Unesco. 

«Stiamo cercando di portare avanti la candidatura del paesaggio della bonifica a patrimonio Unesco–ricorda - La Maremma grossetana potrebbe essere rappresentativa, ma il percorso dovrebbe procedere insieme ad altri luoghi toscani. Dopo lo stop dovuto alla pandemia, da pochi mesi abbiamo presentato il progetto alla Regione Veneto ed auspichiamo il coinvolgimento di ANBI, di tutti i Consorzi di bonifica e di altre università».

Fra i temi affrontati, in primo piano sono stati la transizione ecologica e l'emergenza climatica in Toscana, con focus sul contributo del sistema consortile. 

«Il Piano di transizione della Regione abbraccia politiche di contrasto ai cambiamenti climatici e azioni volte a far diventare il nostro territorio più resiliente – evidenzia Monia Monni, assessore a transizione ecologica e sviluppo sostenibile di Regione Toscana -Un doppio lavoro di difesa dai fiumi e dei fiumi, che vede Regione e Consorzi lavorare in stretta sinergia». «Firenze è nata attorno al fiume Arno; poi l'alluvione del '66 ha fatto nascere un sentimento di diffidenza – ha ricordato Cecilia Del Re assessore all'ambiente del Comune di Firenze -. È proprio grazie ai tanti interventi degli ultimi anni che la città è tornata a riappropriarsi di questo spazio. La prospettiva è far tornare il fiume al centro: un approccio possibile solo grazie all'impegno degli enti coinvolti».

Sullo stesso tema interviene anche Massimo Lucchesi, segretario generale dell'Autorità di Bacino Distrettuale dell'Appennino Settentrionale, che si è concentrato sul Contratto di Fiume: «Il Patto per l'Arno attiva un dialogo sulle scelte, che impattano sul fiume – spiega - L'obbiettivo è mettere insieme tutti i soggetti, ma anche i cittadini, nella promozione di una serie d'iniziative per scopi di qualità, fruibilità e promozione dei territori.»

 «I consorzi di bonifica sono custodi, ogni giorno, delle acque superficiali; sono sul territorio e lo conoscono - spiega Giovanni Massini, direttore della struttura di difesa del suolo e protezione civile della Regione Toscana - Questo prevede anche la gestione degli specchi d'acqua. In Toscana abbiamo 15.000 specchi d'acqua, di cui 4.000 di grandi dimensioni: valorizzare questi ambienti può essere una risposta importante alla crisi idrica, con i consorzi di bonifica come principali attori operativi.»

La seconda parte della mattinata ha visto al centro proprio il tema dei consorzi di bonifica e dell'uso sostenibile dell'acqua in agricoltura. 

«Dobbiamo dare un nome alla situazione ed è 'crisi climatica' - dice Susanna Cenni, vicepresidente della Commissione Agricoltura della Camera - L'approccio attuale è più orientato a riparare i danni che a fare interventi di prospettiva; è necessario cambiare atteggiamento e mettere in campo una trasformazione profonda. Abbiamo risorse importanti grazie alla P.A.C. e al P.N.R.R., che ha stanziato 280 milioni proprio per l'agricoltura e che si sommano ad altri 440 milioni già stanziati; abbiamo gli strumenti, i consorzi di bonifica; abbiamo sfide come autonomia energetica e sicurezza alimentare; abbiamo una visione nuova e non possiamo permetterci di sbagliare.»

Per la Regione Toscana è intervenuta anche Stefania Saccardi, vicepresidente ed assessora all'agricoltura. «È necessario porre sempre più attenzione sull'aspetto irriguo, rendendolo un tema all'ordine del giorno - sottolinea – Le politiche su questo fronte devono essere coordinate. Confidiamo nel nuovo bando del P.N.R.R., che consentirà la realizzazione di nuovi impianti; per questo abbiamo attivato un fondo di rotazione di 1,2 milioni, attraverso il quale avviare progettazioni per attingere allerisorse europee.» 

«Ci siamo impegnati molto come Regione, perché l'agricoltura di precisione diventi un'opportunità - aggiunge Roberto Scalacci, a capo della direzione agricoltura e sviluppo rurale di Regione Toscana - Sono stati attivati due interventi per l'attuazione di moderne tecnologie. con cui si potrà monitorare l'uso dell'acqua, ma anche di fitofarmaci e concimi, per mitigare anche l'impatto ambientale.»

«Dieci anni fa, quando è scattata la nuova legge regionale, la sfida, che avevamo davanti, ci sembrava impossibile, anche perché spesso l'unione fra enti non è cosa facile - conclude Marco Bottino, presidente di ANBI Toscana - Noi ce l'abbiamo fatta con spirito di squadra, eredi della tradizione, che a San Donà di Piave decise di dare una svolta a questo Paese. Ora, una grande sfida, che abbiamo davanti, è quella delle zone montane: abbiamo bisogno di intervenire sul reticolo idraulico montano anche in sinergia con l'agricoltura, perché uno dei problemi all'origine è proprio l'abbandono dei terreni agricoli. È inoltre arrivato il momento di sviluppare una cultura irrigua ed una nuova consapevolezza della necessità di recuperare piccoli e medi invasi, realizzarne di nuovi. Lavoreremo per creare un progetto per ogni consorzio al fine di partecipare a tutti quei finanziamenti, cui è possibile attingere, ma anche al Contratto di Fiume per dare alla regione nuove opportunità e strutture per vivere i fiumi.»

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