"I dati presentati dal rapporto ISPRA 2022 sul consumo del suolo, che vedono ancora il Veneto tra le regioni, dove la cementificazione aumenta maggiormente, sono la cartina tornasole di un modello di sviluppo non più sostenibile. È necessario un cambio di rotta, perché la perdita di suolo naturale o semi naturale comporta nel tempo un impoverimento dell'agricoltura, del paesaggio e pregiudica la sicurezza idraulica, anche alla luce dell'estremizzazione degli eventi meteorologici. Dalla cementificazione derivano un maggiore rischio allagamenti e ondate di calore più intense, ma anche la perdita di biodiversità e dei servizi ecosistemici. Il nostro auspicio è che la tendenza rallenti fino ad arrestarsi, perché oltre agli aspetti economici e di sicurezza, compromettendo il nostro paesaggio, si mette a rischio la nostra stessa identità."
Lo afferma Francesco Cazzaro, presidente di ANBI Veneto, nel commentare il rapporto Ispra sul consumo del Suolo, nel quale il Veneto è la seconda regione dopo la Lombardia per aumento di superficie cementificata: +684 ettari impermeabilizzati nel 2021 rispetto al 2020, un aumento del 11,90%.