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LEGGE DI STABILITA’: MANNO SCRIVE AI PARLAMENTARI CALABRESI

Pubblicato il 29/10/2015

Dopo che sono stati resi noti i numeri  ed i provvedimenti  della Legge di Stabilità 2016, il presidente del Consorzio di bonifica Ionio Catanzarese, Grazioso Manno ha scritto una lettera ai parlamentari calabresi, segnalando alcune priorità.

"E' innegabile  - scrive Manno - che la Legge di Stabilità, come peraltro fanno rilevare autorevoli commentatori nonché tanti Sindaci e amministratori locali, ancora una volta non aiuta a risolvere i problemi del Sud ed in particolare della Calabria. Gli ultimi dati diffusi dallo SVIMEZ  - continua - sono peraltro impietosi e, pur in presenza di timidi segnali di sviluppo nel Sud, assegnano  alla nostra regione indicatori negativi su tutti i fronti. A mio avviso – prosegue - occorre che, in sede di discussione del ddl Stabilità, nel rispetto delle vocazioni e delle urgenze tipiche del nostro territorio, si possano "rimettere al centro" alcune evidenze che, partendo da una valutazione costi-benefici dei singoli progetti d'investimento, permettano di selezionare e far avanzare  quelli, che superano il test di redditività e che appaiono come i migliori per poter contribuire al rilancio della nostra regione."

Manno, appellandosi  ai parlamentari, chiede loro di fare squadra  e indica tre priorità: Piano Irriguo Nazionale ed investimenti sulle infrastrutture irrigue, nonché un utilizzo plurimo della risorsa acqua; risorse aggiuntive a quelle della Struttura  di Missione ed a quelle regionali, previste dai Fondi Comunitari per un vero piano di prevenzione e mitigazione del dissesto idrogeologico; il rifinanziamento della diga sul fiume Melito in agro di Gimigliano (CZ), opera fortemente segnalata anche dalla Regione Calabria e dai  55 sindaci del comprensorio interessato. Si tratta  - commenta il presidente dell'ente consortile - quindi di rivedere, con più coraggio, strumenti e priorità, poiché al Sud servono, in maniera più intensa, molti investimenti pubblici. In particolare, serve soprattutto  spostare risorse pubbliche dagli incentivi agli investimenti per la creazione di quei "beni collettivi", che compongono intelligenti politiche di sviluppo locale e che caratterizzano ovunque nel mondo le città e le regioni, che crescono."

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