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RINATURAZIONE PO: SI PASSA ALLA FASE OPERATIVA

Pubblicato il 21/09/2022

Il progetto di Rinaturazione del fiume Po assume un ruolo strategico per gli equilibri morfologici ed ecologico-ambientali dell'area interessata dal corso d'acqua più lungo d'Italia e, insieme agli interventi di difesa idraulica, rappresenta una delle misure più importanti della pianificazione distrettuale, attuativa delle Direttive Comunitarie Acque (Direttiva 2000/60/CE) e Alluvioni (Direttiva 2007/60/CE).

Tra gli obbiettivi prioritari dell'Agenda ONU 2030 per uno sviluppo più sostenibile, un ruolo importante lo avrà necessariamente anche la realizzazione del progetto di rinaturazione del Po, che è stato inserito nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e recentemente approvato.

Nelle scorse settimane, infatti, il Programma di Azione da 357 milioni di euro, predisposto dall'Autorità Distrettuale del Fiume Po, con il fondamentale contributo di AIPo (Agenzia Interregionale Po) e delle quattro Regioni rivierasche (Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna e Veneto), ha concluso l'iter approvativo sotto il coordinamento del Ministero della Transizione Ecologica ed è stato pubblicato.

Si tratta di 56 aree di intervento, distribuite lungo l'intera asta fluviale, laddove sono maggiori le criticità morfologiche ed ambientali e conseguentemente prioritarie le esigenze di rinaturazione, consistenti in interventi di riduzione dell'artificialità, recupero delle dinamiche morfologiche anche mediante la riapertura di lanche e rami laterali, aumento della naturalità attraverso rimboschimenti e contrasto alle specie alloctone.

Il Programma d'Azione è dunque frutto di un'iniziativa condivisa, che ha aggiornato ed integrato le proposte inizialmente contenute nella scheda progetto del P.N.R.R., cercando di garantire in questa prima fase di programmazione la necessaria fattibilità temporale nell'ambito del ristretto orizzonte del 2026. 

Data la natura e la tipologia di interventi programmati è assai rilevante richiamare anche il ruolo fondamentale, che avrà il comitato scientifico, recentemente insediatosi e composto da numerosi specialisti di università e degli istituti di ricerca, per la definizione degli indirizzi operativi e di un solido piano di monitoraggio, necessario per acquisire i dati utili ai fini di verificare l'efficacia del progetto, individuare eventuali interventi correttivi e di manutenzione, replicarne le modalità progettuali ed attuative sperimentate anche in altri contesti fluviali.

Proprio in ragione della strategicità e della natura innovativa del progetto "Rinaturazione dell'Area del Po", fondamentale sarà in tempi strettissimi l'attivazione di un processo partecipato sul territorio, finalizzato a coinvolgere le comunità locali e tutti i portatori di interesse, nonché a raccogliere ogni utile contributo per tutte le fasi di avanzamento, realizzative, futura gestione e monitoraggio degli interventi, rendendo sempre più efficace  l'azione di tutela e valorizzazione del Po.

"L'opportunità offerta dal P.N.R.R. e dal progetto di Rinaturazione del Po, che presentiamo insieme ad AIPo e che ha trovato l'approvazione e il definitivo via libera comunitario, è frutto di un lavoro approfondito e realizzato in tempi rapidi dallo staff distrettuale dopo un'accurata ricognizione sui territori interessati ed un capillare lavoro di aggiornamento e approfondimento tecnico nelle aree interessate dagli interventi – commenta il Segretario dell'Autorità Distrettuale del Fiume Po-Mite, Alessandro Bratti - Gli interventi di rinaturazione consentiranno  di  realizzare un modello tanto necessario, quanto alternativo rispetto al passato in grado di incidere positivamente sugli equilibri ecologici del Grande Fiume." 

Un progetto articolato, che ha richiesto l'impegno fattivo dell'Autorità distrettuale. 

"Dare maggior spazio al fiume, assecondando, gestendo ed incentivando, compatibilmente con le esigenze di difesa dalle piene, utilizzo della risorsa idrica e navigabilità, i processi geomorfologici all'interno del corridoio ecologico – fluviale più importante d'Italia: è questa l'ottica comune, che ha guidato l'ampio ed articolato lavoro avviato lo scorso autunno e svolto congiuntamente ad AIPo con gli importanti contributi delle Regioni, degli enti gestori dei Parchi e siti Rete Natura 2000"  aggiunge  Andrea Colombo, ingegnere  di AdBPo. 

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (P.N.R.R.) è il documento strategico richiesto dalla Commissione Europea a ciascuno degli Stati membri per accedere ai fondi. Uno dei pilastri, sul quale si fonda il P.N.R.R., riguarda la transizione ecologica, che prevede un processo in grado di passare da un modello sociale ed economico, basato sull'uso intensivo delle risorse ambientali, ad uno in grado di impiegare, proteggere, valorizzare l'inestimabile capitale naturale, ponendolo alla base del modello di sviluppo collettivo comunitario.  In sostanza, con il termine "transizione ecologica" si vuole intraprendere le grandi sfide progettuali per salvaguardare il pianeta, al fine di migliorare gli standard, che l'hanno penalizzato nel decenni precedenti, incidendo pesantemente sugli equilibri climatici ed incrementando così i rischi e le molteplici criticità strettamente correlate; tra queste, la dipendenza dai combustibili fossili, la perdita progressiva di biodiversità, fino alle sempre maggiori disuguaglianze a tutte le latitudini ed all'interno degli stessi Paesi.

E' in questo contesto così complesso, che si colloca il progetto di "Rinaturazione dell'Area del Po", previsto dall'Investimento 3.3 del P.N.R.R., che rappresenta, per ambito territoriale (intera asta fluviale) e risorse stanziate (357 milioni di euro), una grande opportunità per rilanciare e realizzare un grande ed aggiornato progetto già disponibile negli strumenti di pianificazione distrettuale e regionale, nel perseguimento degli obiettivi della Strategia Europea per la Biodiversità al 2030. 

Il Po, con i suoi 652 chilometri di lunghezza e i 71.000 chilometri quadri di bacino idrografico, è da sempre un importantissimo corridoio ecologico, che attraversa l'intera pianura Padana, una delle aree più antropizzate d'Europa e dell'intero Paese; conservando comunque ancora oggi un buon potenziale di recupero dei processi geomorfologici, ecologici e di biodiversità, costituisce un bene comune di straordinaria rilevanza sociale ed ambientale: un patrimonio insostituibile da conservare e valorizzare soprattutto per le generazioni future. 

L'approvazione del Programma di Azione è arrivata a seguito della verifica di coerenza con gli obiettivi del progetto, da parte della cabina di regia, composta da Ministero della Transizione Ecologica (MiTE), Autorità distrettuale del fiume Po, AIPo, Regioni Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto.

Dopo una prima fase di partecipazione finalizzata a comunicare ed informare il territorio sugli obiettivi e sui contenuti del Programma e delle diverse aree interessate dagli interventi, sarà l'Agenzia Interregionale per il fiume Po (AIPo), che avrà la competenza diretta sull'avvio della progettazione e sulla successiva realizzazione dei lavori del progetto nelle aree interessate.

Modificato in data 21/09/2022 13:18

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