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DISTRETTO IRRIGUO 23: DA AREZZO IN TRASFERTA NELL CAPITALE PER DIRE “SENZA ACQUA NON C’E’ AGRICOLTURA”

Pubblicato il 19/12/2022

Arrivato secondo nella graduatoria regionale finanziata dalla Legge di Bilancio 2020, il progetto esecutivo del primo stralcio del distretto irriguo 23 può essere finanziato solo parzialmente. Alla Regione Toscana, infatti, sono stati assegnati solo 9.800.000 euro: pochi per poter coprire totalmente la realizzazione dell'infrastruttura che, a Foiano della Chiana, dovrebbe consegnare l'acqua della diga di Montedoglio alle imprese agricole del territorio, con un investimento da 21.300.000 di euro.   La notizia ha suscitato una reazione immediata e collettiva. Il Consorzio di bonifica 2 Alto Valdarno, insieme alle organizzazioni professionali agricole della provincia di Arezzo e con il supporto della senatrice Tiziana Nisini, ha chiesto e ottenuto un incontro con Luigi D'Eramo, sottosegretario all'agricoltura, sovranità alimentare, foreste.

La delegazione aretina ha trovato ascolto e attenzione dal governo centrale.

"Il distretto irriguo n. 23 è un progetto modulare. Il Consorzio di bonifica è in grado di produrre un modulo funzionale, capace di servire una superficie di 300 ettari e di impegnare 6.700.000 euro, cioè la somma che resta, una volta finanziato il primo progetto in graduatoria" spiegato la presidente dell'ente consortile, Serena Stefani, precisando che, nel caso si rendessero disponibili ulteriori risorse, l'ente sarebbe in grado di realizzare altri moduli funzionali per dare forma, anche "in progress", a un progetto tanto atteso da decine di imprese agricole della vallata.

Concludendo, la delegazione ha evidenziato anche la necessità di reperire finanziamenti per la realizzazione di nuovi ulteriori distretti irrigui, ritenuti strategici per il mondo agricolo del comprensorio.

 "Ringraziamo il Consorzio di bonifica per l'impegno progettuale e il sottosegretario di Stato per l'attenzione", dichiarano i rappresentanti delle organizzazioni agricole, "Sviluppare l'irrigazione collettiva per noi è una priorità, soprattutto adesso che, con la crisi climatica, i periodi caldi e siccitosi sono destinati ad essere sempre più frequenti e prolungati. Lo ha dimostrato l'estate 2022, la più calda di sempre, ma probabilmente la meno calda di quelle, che le nostre imprese dovranno affrontare in futuro".

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