"Wildlife Economy significa trarre beni, servizi e reddito dalla fauna selvatica, perché se vogliamo salvarla dobbiamo farla diventare una risorsa economica sia pure con cautela": così spiega la sua filosofia, Bernardino Ragni, autore del saggio-progetto "Wildlife Economy-Nuovo Paleolitico".
Dopo un'anteprima ad Expo Milano, il saggio è stato presentato a Spoleto nella sede del Consorzio della Bonificazione Umbra (C.B.U.), da Antonio Boggia, professore di economia all'Università di Perugia ed autore della prefazione al volume; insieme al libro è stato illustrato il progetto "Wildlife Economy Montagna Spoletana", quale proposta applicativa del saggio.
"Wildlife Economy alias Nuovo Paleolitico alias Paleolitico 2.0 – ha spiegato Ragni - è una filosofia-progetto, che significa economia basata su quella parte di fauna selvatica tecnicamente gestibile in chiave moderna sostenibile, applicabile in qualsiasi luogo del Pianeta con terra, erba, alberi. Applicare questo tipo di economia nel territorio di Spoleto, ricco di boschi e di risorse naturali – ha proseguito Ragni - potrebbe generare reddito e occupazione, coinvolgendo anche i comuni limitrofi, per esempio quelli, il cui territorio comprende la sponda destra del fiume Nera. "
Al convegno-dibattito sono intervenuti Giuliano Nalli (presidente del Consorzio della Bonificazione Umbra e di ANBI Umbria), che ha sottolineato l'importanza della visione, di cui si fa portatore il saggio e Vincenza Campagnani (Assessore all'Ambiente del Comune di Spoleto), che ha affermato come il progetto Wildlife Economy sia stato inserito nel programma dell'amministrazione comunale (nel quadro del dossier "Spoleto capitale italiana della cultura 2017"): "E' un percorso che, di fatto, l'amministrazione comunale ha già avviato - ha detto - con realizzazioni come la greenway lungo il fiume Marroggia, ma che allargandosi può dare ulteriori prospettive di lavoro in un territorio, che risente di una forte crisi industriale, agganciandosi anche a strumenti di finanziamento regionali ed europei."
I lavori sono stati coordinati da Candia Marcucci, direttore C.B.U. e ANBI Umbria.