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PO: LA MAGRA INVERNALE NON REGALA OTTIMISMO

Pubblicato il 13/02/2023

Dopo le 18 sedute organizzate in stato di continua emergenza idrica dello scorso anno si è riunito, per la prima volta nel 2023, l'Osservatorio Permanente sugli utilizzi idrici all'Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po, insieme alle Regioni, alle relative agenzie di monitoraggio ed a tutti i portatori di interesse dell'area padana, coinvolti nella gestione della risorsa (Ministero della Sicurezza Energetica, Ministero dell'Agricoltura, Sovranità Alimentare e Foreste, Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, Dipartimento della Protezione Civile, Regione Emilia-Romagna, Regione Liguria, Regione Lombardia, Regione Piemonte, Regione Toscana, Regione Valle d'Aosta, Regione Veneto, Provincia Autonoma di Trento, Regione Marche, ISTAT, ISPRA, CREA, Agenzia Interregionale per il Po, Terna Rete Italia, Consorzio del Ticino, Consorzio dell'Adda, Consorzio dell'Oglio, ANBI, UTILITALIA, ANEA, ASSOELETTRICA). 

Purtroppo ciò, che è emerso dalle singole relazioni presentate al meeting, evidenzia una situazione di conclamato deficit idrico in gran parte delle regioni del Nord (Piemonte e Lombardia in testa, ma anche in Veneto e Trentino) e un gap meno marcato, rispetto allo scorso anno, nell'area emiliano-romagnola, dove le recenti piogge, corredate da alcune nevicate, hanno contribuito a ricaricare i torrenti appenninici e di conseguenza ad incrementare le portate del Grande Fiume. 

Se una delle principali criticità dello scorso anno fu il perdurante e scarso riempimento dei grandi laghi alpini, anche quest'anno le avvisaglie monitorate dagli enti regolatori rappresentano già una soglia di risorsa invasata estremamente scarsa per rappresentare una "scorta" in grado di rispondere, se non pioverà ancora abbondantemente, alle esigenze dei prossimi mesi, in cui prenderà il via la stagione dell'irrigazione. Il livello di invaso dei grandi laghi è generalmente stazionario; solo il Lago Maggiore registra un lieve e costante incremento. 

Anche sul fronte delle temperature si registra un incremento generalizzato di 1°-1,5°C nel mese di Gennaio, mentre la neve, che a differenza dello scorso anno è caduta (inferiore alle medie, superiore alle minime) è comunque risultata scarsa sui rilievi alpini e quindi non sufficiente per alimentare con continuità anche i bacini artificiali, deputati alla produzione di energia idroelettrica. Nel Delta del Po preoccupa anche l'intrusione salina, che potrebbe incrementarsi in caso di diminuzione della portata del fiume. Importante, nell'analisi approfondita del contesto, la segnalazione comunicata da Utilitalia (l'associazione che riunisce i gestori del servizio idrico integrato), che segnala un abbassamento ulteriore delle falde acquifere sotterranee per impiego idropotabile ed un approvvigionamento già effettuato con autobotti nel Biellese e nel Novarese, oltre a numerosi comuni in stato di preallarme. ANBI ha sottolineato che, come lo scorso anno, si sia completamente dipendenti dalle incerte future precipitazioni per iniziare l'irrigazione continuativa delle colture.

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