Da lunedì scorso è iniziato il collaudo tecnico-funzionale della diga del Molato, in Alta Val Tidone: una procedura controllata ed attentamente supervisionata che, una volta terminata nella sua parte tecnica e formale, permetterà al Consorzio di bonifica di Piacenza, ente gestore della diga, di aumentare la capacità di invaso di circa 455.000 metri cubi; si passerà quindi dall'attuale volume autorizzato di 7,6 milioni di metri cubi (mc) a circa mc. 8,06 milioni.
Il motivo, per cui la diga necessita di un secondo collaudo dopo quello effettuato quasi cento anni fa alla sua entrata in funzione, è la certificazione dell'opera a seguito di importanti manutenzioni anche straordinarie, effettuate nel tempo per mantenere l'opera sicura ed efficiente.
È il presidente del Consorzio di bonifica, Luigi Bisi, ad intervenire: "Da quando è stata costruita, la diga ha visto il susseguirsi di manutenzioni ordinarie e straordinarie. Gli interventi sono stati necessari per mantenere l'opera adeguata a quanto richiesto dall'evoluzione normativa e per consolidare lo sbarramento dal punto di vista strutturale e della sicurezza idraulica. La diga ha quindi mantenuto un'efficienza moderna, nonostante la sua storicità. Con il collaudo verrà certificato il buon funzionamento dell'opera, che ci permetterà di aumentare il volume di riempimento, cui siamo autorizzati ad arrivare. Riusciremo così a dare maggior dignità al settore agricolo ed agroalimentare, che è il primo beneficiario di questa risorsa immagazzinata ogni anno dall'autunno alla primavera per essere utilizzata in estate a fini irrigui."
La procedura di collaudo prevede il completo riempimento dell'invaso della diga del Molato, passando dall'attuale quota idrica, autorizzata a m. 353,70 sul livello del mare (pari ad un volume di circa 7,6 milioni di metri cubi d'acqua) a m. 354,40 slm (pari a circa 8,06 milioni di metri cubi).
Secondo quella che è la regola aurea, durante un evento di piena, la portata scaricata verso valle non deve mai superare quella in entrata in diga. Anzi, in molti casi, viene trattenuto in diga parte del volume di acqua in ingresso da monte per contribuire ad evitare o quanto meno ad alleggerire situazioni di criticità a valle, tenendo conto di affrontare avversità climatiche, che negli ultimi anni sono sempre più repentine, improvvise e spesso imprevedibili, al punto che vanno oltre alle capacità di reazione delle opere e del territorio. Il volume d'acqua, trattenuto durante l'evento di piena (dato dalla differenza tra i volumi d' acqua in entrata ed in uscita), è chiamato "di laminazione".
La procedura di collaudo durerà circa 4 settimane, nel corso delle quali progressivamente verrà superata la quota di invaso attualmente autorizzata, con un incremento graduale del livello idrico, pari al massimo a 30 centimetri al giorno. Le acque, per un breve periodo, tracimeranno dagli scarichi di superficie (scivoli) verso il piede della diga, dove sono situati i due manufatti (vasca di impatto getti e vasca di dissipazione), che hanno il compito di ridurre al minimo l'impeto della corrente prima del loro ritorno nell'alveo naturale. Una volta che l'opera sarà portata a sfioro, l'impianto sarà mantenuto in quota per un periodo di circa 2 settimane prima di avviare il processo di rientro graduale alla quota massima autorizzata. Tutto il processo sarà condotto in comune accordo e con uno sforzo congiunto da parte del personale consortile e degli uffici tecnici degli enti coinvolti (in primis, la Commissione di Collaudo, nominata dal Ministero delle Infrastrutture). Le operazioni di collaudo della diga sono eseguite in condizioni controllate ed attraverso l'incremento graduale dei livelli di invaso, in modo da poterne verificare il comportamento in condizioni ordinarie.
La procedura di collaudo della diga del Molato è stata possibile anche grazie ad un lavoro congiunto e ad uno sforzo complessivo, composto da fasi di concertazione tra enti e soggetti, che hanno lavorato con lo scopo di concretizzare l'avvio della fase di collaudo in tempi stretti, sfruttando anche le attuali condizioni idro-meteo. Oltre al Consorzio di bonifica di Piacenza si tratta di Prefettura di Piacenza, Commissione di Collaudo, Direzione generale per le dighe e le infrastrutture idriche ed elettriche del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT), l'Ufficio Tecnico per le dighe di Milano del MIT, il Settore Sicurezza Territoriale e Protezione Civile (Ufficio Territoriale di Piacenza), l'Agenzia di Protezione Civile per la Regione Emilia Romagna, AIPO (Agenzia Interregionale per il Po), i Sindaci dei Comuni posti lungo l'asta del torrente Tidone.
La diga è un elemento fondamentale per la conservazione e la distribuzione della risorsa per l'agricoltura, per la produzione di energia idroelettrica, per lo sviluppo delle condizioni socio- economiche dell'ambito territoriale e per la valorizzazione turistica dell'intera vallata.