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MARIO FOSSATI (Direttore ANBI Piemonte): “AGRICOLTURA FONDAMENTALE PER LA VITA DELLA TERRA E PER SALVAGUARDARE IL TERRITORIO DEL NOSTRO PAESE"

Pubblicato il 29/04/2024

"L'agricoltura è un settore fondamentale non solo per la vita delle persone, ma anche per la vita del nostro pianeta e dei diversi territori, in cui vivono le tante comunità. Non è vero che il settore agricolo implica consumo, se non addirittura spreco, d'acqua. Anzi, le reti che consentono l'irrigazione portano tanti benefici al territorio": lo ha dichiarato Mario Fossati, direttore di ANBI Piemonte, in occasione dell'Incontro di studio "Cambiamento Climatico: Il Presente E Il Futuro Della Risorsa Idrica In Agricoltura", preparatorio al "G7 Clima, energia e ambiente" e cui è intervenuto su invito del Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica all'Accademia di Agricoltura di Torino.

"Proprio oggi, che siamo in un'epoca di cambiamenti climatici conclamati e dobbiamo agire in ogni modo per contrastarli, dobbiamo sfruttare le reti irrigue per perseguire queste finalità, ha proseguito Fossati. Dobbiamo sicuramente conservare l'acqua che non utilizziamo immediatamente, realizzando invasi, sfruttando meglio quelli già esistenti e ristrutturando quelli non utilizzati. Ma l'invaso più importante, che abbiamo, è costituito dalla falda freatica che si trova sotto la pianura padana: un immenso lago, anzi un immenso fiume, perché l'acqua della falda si muove, scorrendo verso la valle del fiume Po, alimentando i territori. La falda viene alimentata dall'attività agricola e, in particolare, nel comprensorio del riso proprio dall'attività di sommersione. L'acqua, che viene immessa in falda ad aprile, si muove sottoterra e va ad alimentare risorgive e fontanili, che sono fondamentai per far fronte alla stagione estiva, quando l'acqua scarseggia con periodi di siccità sempre più frequenti e prolungati. Già oggi, i fontanili e le risorgive contribuiscono al 30% del fabbisogno idrico estivo dell'agricoltura. Ma non solo: l'effetto si vede anche a valle, addirittura sul delta del Po, per esempio per contrastare il cuneo salino." 

Il comprensorio dei risi, concentrato tra Piemonte e Lombardia, si estende su un territorio compreso tra i fiumi Dora Baltea e Adda, con il Po a chiudere il territorio a sud. Si tratta di 900.000 ettari, di cui 500.000 irrigati, dove si produce il 90% del riso italiano, pari al 61% del riso europeo. 

"Le reti d'irrigazione sono come il sistema circolatorio del corpo umano, che porta il sangue dal cuore fino ad ogni cellula. L'acqua, che scorre nei canali, non viene utilizzata solo per l'agricoltura, ma per molteplici scopi: in primo luogo, per la produzione di energia pulita - spiega ancora Mario Fossati - I salti idraulici lungo il corso dei canali vengono sfruttati dalle centrali idroelettriche di diverse dimensioni: solo nel territorio dell'Associazione Irrigazione Est Sesia (dal Sesia al Ticino), per esempio, ci sono 63 centrali idroelettriche, che producono 140milioni di kilowattora all'anno ed altre 20 centrali sono in fase di progettazione e realizzazione. L'acqua dei canali irrigui viene sfruttata anche dal settore industriale per raffreddare le centrali termoelettriche o come risorsa antincendio per le raffinerie. Ma poi i canali sono un'enorme risorsa dal punto di vista ambientale, per la conservazione e la promozione della biodiversità: si pensi alle tante specie di anfibi, uccelli ed altri animali, che vivono proprio nei territori attraversati da canali costruiti dall'uomo. I consorzi d'irrigazione e bonifica si occupano della manutenzione, dell'ampliamento e del miglioramento delle reti irrigue; sono quindi in prima linea per contrastare il dissesto idrogeologico del Paese. Si pensi alla mitigazione delle piene ed alla prevenzione degli allagamenti, di cui si parla solo in caso di disastri. I consorzi se ne occupano in maniera continuativa e sistematica attraverso l'attività di manutenzione e di controllo costanti in ogni giorno dell'anno. Dobbiamo continuare ad investire nell'attività ordinaria, ma anche in ricerca e sviluppo, aumentando le conoscenze, definendo strumenti di adattamento ai cambiamenti climatici, coinvolgendo università, partecipando a progetti di ricerca nazionali o internazionali ed estendendo l'analisi degli impatti ambientali, causati dalla siccità sull'ambiente e sull'ecosistema" ha concluso Fossati.

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