Sono oltre 120 le associazioni di volontariato, che hanno adottato, tramite convenzioni con il Consorzio di bonifica 1 Toscana Nord, decine di corsi d'acqua ed un centinaio sono altresì gli agricoltori, che effettuano la manutenzione, il presidio e la raccolta dei rifiuti sui canali e sui corsi d'acqua di competenza dell'ente consortile: piccoli "eserciti", che durante l'anno puliscono l'alveo e gli argini fra le province di Lucca, Massa Carrara, Pisa e Pistoia.
Queste iniziative diventano un momento di condivisione e di festa, nonchè un impegno collettivo per la natura, durante i Sabati dell'Ambiente: una "buona pratica" per liberare i fiumi dai rifiuti assieme agli altri progetti introdotti dal Consorzio di bonifica Toscana Nord e da cui emergono risultati sempre più rilevanti, anno dopo anno, a difesa dei corsi d'acqua fino al mare ed alle spiagge della costa toscana.
"Non dobbiamo dimenticare che circa l'80% dei rifiuti presenti in mare arriva proprio dai fiumi – evidenzia il presidente dell'ente consorziale, Ismaele Ridolfi – Una delle nostre missioni è iniziare da qua a proteggere il mare. Nel corso degli anni abbiamo migliorato e potenziato le iniziative, arrivando a creare una fitta rete di collaborazioni con tante realtà dei territori su cui operiamo: dalle scuole alle associazioni, agli agricoltori. Abbiamo promosso il progetto Salviamo le tartarughe marine, salviamo il Mediterraneo, perché le plastiche ed altre tipologie di rifiuti creano danni enormi alla vita animale e vegetale. Ci sono alcuni sistemi tecnici, che vanno dalle panne lungo il corso d'acqua alle griglie di raccolta; i materiali vengono intercettati, inoltre, attraverso la raccolta manuale, che coinvolge operai, ditte in appalto, agricoltori, ma anche una grande rete di volontari, che operano sui corsi d'acqua prima del passaggio dei mezzi."
I numeri testimoniano i risultati raggiunti in termini di coinvolgimento del territorio e di spazzatura raccolta. Le associazioni di volontariato coinvolte da 98 nel 2021 sono diventate 122 nel 2023. Gli impianti idrovori, che si trovano lungo i canali di acque basse, prevedono inoltre la presenza di sgrigliatori, che trattengono il rifiuto chiamato vaglio, impedendo che ben 165 tonnellate annualmente finiscano sulle spiagge ed in mare. Si tratta in gran parte di scarti vegetali, misti a plastica e ad altra spazzatura, poi portati a smaltimento.
Sui corsi d'acqua della costa, inoltre, il Consorzio di bonifica Toscana Nord installa panne, che permettono di intercettare i rifiuti galleggianti come gli sfalci di vegetazione; vengono periodicamente svuotate dagli operai consortili e smaltiti con il supporto di aziende specializzate. Dalle panne deriva annualmente una tonnellata di rifiuti altrimenti diretti in mare.
C'è inoltre la raccolta manuale, effettuata dagli operai consorziali e che si aggira attorno a 30 tonnellate all'anno e daltrettante derivano dalle pulizie effettuate dalle associazioni di volontari durante l'anno, in particolare durante i Sabati dell'Ambiente.
"Tutte queste azioni permettono di intercettare un'enorme mole di rifiuti, superiore alle 220 tonnellate all'anno – mette in luce il presidente del Consorzio di bonifica Toscana Nord – Mescolandosi con i residui dunali vegetali come la Posidonia, andrebbero a formare il lavarone, che poi si deposita sulle spiagge durante le mareggiate. E' evidente che la nostra attività, in collaborazione con le realtà del territorio, contribuisce a ridurre l'inquinamento dei fiumi e le consguenze sul nostro mare."
Oltre alle buone pratiche attive, il Consorzio di Bonifica Toscana Nord si distingue per l'impegno nella sensibilizzazione ambientale che parte dai più giovani attraverso le iniziative organizzate in collaborazione con le scuole. Progetti e percorsi didattici che nel tempo hanno coinvolto un numero crescente di istituti e di studenti: dal 2021 al 2023, gli studenti che hanno partecipato al progetto didattico sono passati da meno di duemila a oltre 2.100, per una ventina istituti e oltre un centinaio di classi. "Sicurezza idraulica ed educazione ambientale iniziano dai banchi di scuola – conclude Ridolfi -, si formano sul campo con visite guidate e sopralluoghi che permettono di conoscere e capire il territorio, come funzionano corsi d'acqua e reti irrigue, gli ecosistemi fluviali che sono un enorme bacino di biodiversità. Lezioni che si traducono in atti concreti grazie alla nuova formula dei patti di adozione, avviati nel corso del 2023, che ora mette le scuole insieme ad associazioni di volontariato e agricoltori: tutti insieme possono adottare un corso d'acqua, monitorarne nel tempo lo stato di salute e partecipare alle iniziative dedicate alla pulizia dei rifiuti".