Mentre la struttura consorziale è impegnata a pieno regime per la realizzazione dei lavori di riparazione della rete scolante e degli impianti alluvionati a maggio 2023 (ripresa di frane ed erosioni, rinforzi arginali, protezione degli alvei con geotessuti e pietrame), a seguito dell'esondazione e delle disastrose rotte dei fiumi del territorio, l'attività del Consorzio di bonifica della Romagna Occidentale procede senza sosta su più fronti per importanti progetti/lavori, diversi dei quali finanziati dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (P.N.R.R.).
Fra questi stanno partendo alcuni cantieri per lavori appaltati nel 2023 e che si dovranno concludere nel 2026, come quello relativo alla messa in sicurezza e all'incremento della resilienza idrico-idraulica dei territori sottesi al canale Fosso Vecchio, mediante costruzione di una cassa di espansione, con funzione di laminazione delle piene e di invaso, per l'efficientamento della pratica irrigua, trasformata "da canale a rete tubata in pressione", in località Villa Prati di Bagnacavallo e Cotignola. L'importo complessivo è di poco superiore ai 60 milioni di euro. Il finanziamento è stato ottenuto, grazie a fondi P.N.R.R. assegnati dal Ministero delle Infrastrutture e Trasporti. Il lavoro è suddiviso in 3 lotti: il lotto 1 prevede la realizzazione di una nuova centrale di pompaggio e della rete irrigua tubata ed interrata per la distribuzione delle acque del Canale Emiliano Romagnolo (C.E.R.) fino a bordo d'azienda nel distretto Boncellino (Bagnacavallo); il lotto 2 prevede la realizzazione di una nuova centrale di pompaggio in un'area denominata "Valletta" nello stesso comune di Bagnacavallo e di parte della rete irrigua tubata ed interrata per la distribuzione delle acque del C.E.R. fino a bordo d'azienda nel distretto Villa Prati; il lotto 3 prevede il completamento della rete irrigua del distretto Villa Prati, nonché la realizzazione della cassa di laminazione sullo scolo Fosso Vecchio e di un lago permanente per lo stoccaggio di acque irrigue, al fine di aumentare la resilienza alla siccità. Tutto sarà servito da impianti fotovoltaici per minimizzare l'impatto energetico. Complessivamente saranno ben 4.100 gli ettari di terreno agricolo, infrastrutturati con condotte in pressione.
Tramite un finanziamento P.N.R.R. di 15.600.000 euro, erogato dal Ministero di Agricoltura Sovranità Alimentare e Foreste (M.A.S.A.F.), verranno eseguiti lavori per la riconversione e l'adeguamento migliorativo dell'attività irrigua "da canali a rete tubata in pressione" (con anche la realizzazione di una nuova centrale di pompaggio) nel distretto posto ad Ovest della strada provinciale Selice e a Nord del Canale Emiliano Romagnolo, nei comuni di Imola, Mordano e Massa Lombarda. L'area complessiva, che verrà infrastrutturata, è di 2.090 ettari.
Sempre tramite P.N.R.R. e M.A.S.A.F. sono in programma lavori di riconversione e adeguamento migliorativo della rete di distribuzione irrigua tubata dell'impianto "Selice-Tarabina" nei comuni di Conselice ed Argenta, per un importo complessivo di oltre 16.150.000 euro. L'impianto Selice-Tarabina è costituito da due centrali di pompaggio e da una rete distributiva in pressione, che serve un territorio di circa 2.332 ettari. L'obiettivo di questo progetto è quello di ridurre in maniera significativa le perdite di una rete distributiva in uso da oltre quarant'anni, provvedendo anche all'installazione di idranti aziendali, muniti di contatori telecontrollati, al fine di garantire un uso efficiente della risorsa acqua ed il risparmio idrico compatibilmente con le esigenze di un'attività agricola moderna e di elevato indotto in un'area particolarmente vocata.
In corso di collaudo e già in esercizio sono, invece, le opere del progetto di messa in sicurezza del Canale dei Mulini di Castel Bolognese, Lugo e Fusignano, a protezione degli abitati attraversati e del territorio agricolo sotteso, mediante costruzione di una cassa di espansione per la laminazione delle piene e riprofilatura dei corpi arginali con rinaturalizzazione per l'ampliamento del corridoio ecologico. I lavori sono finanziati dalla Regione Emilia-Romagna per 3.375.000 euro.
«È doveroso chiarire – afferma il presidente del Consorzio di bonifica della Romagna Occidentale, Antonio Vincenzi – che le nuove opere di messa in sicurezza idraulica, in corso di realizzazione, non hanno la funzione di prevenire le conseguenze di eventi calamitosi come quelli del maggio 2023. Gli estesi allagamenti dello scorso anno furono originati dalle precipitazioni cadute nel bacino imbrifero dei fiumi pensili, che non hanno retto il sovraccarico d'acqua e hanno riversato enormi volumi d'acqua nel territorio sottostante. Il Consorzio di bonifica progetta, realizza e mantiene opere finalizzate allo scolo ordinato delle acque in un bacino completamente distinto da quello dei fiumi, vale a dire quello dei canali artificiali di bonifica. Una cassa d'espansione consorziale ha quindi il compito di aumentare la sicurezza idraulica tramite la laminazione e il contenimento delle portate in eccesso, affluenti ai canali dal proprio bacino scolante e non dai fiumi pensili, la cui portata è 10 volte superiore, se non di più. In un territorio morfologicamente fragile come quello della pianura ravennate si deve tendere all'obiettivo della sicurezza idraulica tramite un'azione integrata di opere nel reticolo idrografico naturale (di competenza regionale) e nel sottostante reticolo artificiale di bonifica, mantenendo sempre la separazione, venuta meno nel 2023, dei rispettivi percorsi e bacini.»