Sul fiume Arno, a Firenze, ci sono due traverse storiche, a San Niccolò e a Santa Rosa, che per il loro posizionamento trasversale rispetto al corso d'acqua determinano noti ed evidenti fenomeni di sedimentazione di ghiaie e sabbie, che nel tempo aumentano in estensione e solidità tanto da andare a determinare importanti riduzioni della sezione idraulica, specie in relazione alle luci dei ponti Vespucci e delle Grazie.
Per tali ragioni il Genio Civile della Regione Toscana ha incaricato di intervenire per l'alleggerimento e l'arretramento delle due banche di depositi, a cominciare dal lungarno Vespucci, su cui i lavori sono attualmente in corso di svolgimento (https://www.mediovaldarno.it/news/arno-a-firenze-a-lavoro-sui-sedimenti-sotto-lungarno-amerigo-vespucci/).
In entrambi i casi le lavorazioni hanno come obiettivo strategico ambientale, quello di reimmettere i sedimenti a valle delle briglie cittadine e dunque nella loro dinamica naturale per favorirne l'arrivo alla foce e di qui alle coste in perenne rischio erosione.
Sulla cosiddetta "spiaggia" di San Niccolò e area del "Terzo Giardino" al momento si è tenuta la conferenza dei servizi con i soggetti istituzionali ed era già stato fissato per i prossimi giorni un sopralluogo congiunto per definire nel dettaglio le modalità operative. Si può anticipare intanto che l'intervento è pensato per essere eseguito in più anni e per lotti, andando a mantenere dunque zone di rifugio, adeguate per l'avifauna stanziale, oltre a garantire tempi e spazi utili per il riadattamento e la rigenerazione degli habitat vegetali ed animali; sul periodo di esecuzione dei prossimi, primi lavori si specifica che si andrà ad operare ben oltre il periodo di attenzione riservato all'avifauna nidificante, che negli indirizzi regionali è indicato fino al 1 luglio; infine, sul metodo si sta valutando la possibilità di lavorare a partire dal retro sponda, andando poi ad interessare solo da ultimo, più avanti nel tempo, il fronte dell'attuale sponda bagnata, sicuramente la zona più delicata.
Le preoccupazioni emerse finora, dunque, sembrano essere eccessive e prevenute per il Consorzio di bonifica, che comunque ringrazia per le segnalazioni e per il contributo sempre stimolante che molti soggetti territoriali portano alle attività consortili.
Da ultimo, ma non per importanza, si tiene a precisare che le particolari e pregiate caratteristiche naturalistiche e paesaggistiche dell'area in questione sono il frutto di almeno dieci anni di generoso, attento e prezioso lavoro proprio del Consorzio di bonifica Medio Valdarno in accordo e collaborazione con molte associazioni cittadine di carattere ambientale e culturale.