Una nuova cultura dell'acqua per proteggere il territorio dagli ormai frequenti fenomeni climatici estremi e per garantire la risorsa ad un'agricoltura moderna, che punta a qualità e sviluppo.
A distanza di dodici mesi dall'appello per il bacino di Montedoglio ("in un paese provato dalla siccità e in un'area a forte vocazione agricola, si trova la diga più importante del Centro Italia, capace di stoccare grandi quantitativi di acqua, che restano inutilizzabili") sono arrivati i primi finanziamenti ed a breve potrà ripartire il progetto di sviluppo dell'irrigazione collettiva, nato negli anni '60 e fermo da decenni.
"Si tratta di un primo piccolo passo certo, ma è un segnale per l'agricoltura della Valdichiana", sostengono al Consorzio di bonifica Alto Valdarno, che con determinazione ha perseguito la concessione delle risorse necessari per cominciare a realizzare il Distretto Irriguo n. 23.
Ore l'ente consortile lancia una nuova richiesta per il proprio comprensorio: un piano ad hoc per la Bonifica montana con la creazione di bacini per la laminazione e la raccolta dell'acqua, a cominciare dalla diga di Ambra, utile per soddisfare le esigenze di risorsa del Valdarno e di una parte della provincia di Siena; il completamento del Sistema Occidentale di Montedoglio con il finanziamento completo del Distretto Irriguo 23; la progettazione e realizzazione del Distretto Irriguo 38-39; l'adeguamento e la modernizzazione delle reti esistenti in Valtiberina e Valdichiana. Si tratta di una strategia a 360 gradi, che il Consorzio di bonifica si è impegnato ad illustrare ai rappresentanti delle istituzioni regionali, nazionali ed europei, eletti nel comprensorio.