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FIUME PO: LA DISPONBILITA’ IDRICA E’ AI MASSIMI STORICI

Pubblicato il 30/07/2024
Al giro di boa dell'estate, l'Osservatorio permanente sugli utilizzi idrici nel distretto del Po aggiorna le analisi statistiche con il contributo di tutti i partner istituzionali e portatori di interesse, proiettando uno scenario sostanzialmente fedele, anche se in taluni casi improntato al rialzo, alle aspettative proiettate dalle riunioni tenute alla fine della primavera. L'estate meteorologica si è palesata, fino ad oggi, come particolarmente umida e con temperature prossime ai valori tipici del periodo, considerate le media storiche, ma anche con picchi di calore oltre i 37° al nord come non si registrava da diversi anni. Le precipitazioni si sono dimostrate del tutto abbondanti, in alcuni casi di particolare intensità soprattutto sui rilievi alpini, ma anche distruttive e causa di piene, che hanno causato frane alluvionali. Le piogge sono cadute nel Distretto del fiume Po anche nella primissima parte dell'estate in modalità frequente: un copione molto simile a quello già visto in primavera tant'è che, se si fa riferimento agli scorsi quattro mesi e mezzo (da marzo a metà luglio), in molte località del Distretto sono stati superati i precedenti record storici in termini di accumuli pluviometrici. Solo i territori della Romagna, colpiti dall'alluvione nel 2023, in questo inizio 2024 stanno riscontrando apporti pluviometrici leggermente sotto la media per il periodo di riferimento. I fiumi del Distretto, complice anche lo scioglimento del manto nivale, che ad inizio stagione si presentava abbondante lungo tutto l'arco alpino, continuano a mantenere valori di deflusso mensili, pari ai valori massimi del periodo e, in alcuni casi, anche maggiori. Rispetto al periodo 1991-2020, il fiume Po ha fatto registrare alla sezione di chiusura di Pontelagoscuro nuovi valori massimi di portata media mensile nei mesi di marzo e giugno (3.174 e 2.926 metri cubi al secondo rispettivamente) e valori prossimi ai massimi nei mesi di aprile e maggio. Situazione quella del Po diametralmente opposta a quella, che si riscontrava esattamente due anni fa, quando il 24 luglio del 2022 il fiume Po, sempre a Pontelagoscuro, registrava la più bassa portata media giornaliera di sempre: mc/s. I livelli idrici dei grandi laghi alpini sono prossimi ai massimi storici per il periodo come nel caso del lago di Garda. Ovviamente, come anticipato, non sono mancati i problemi legati all'intensità dei fenomeni a scala locale. Infatti, negli ultimi mesi sono stati registrati numerosi fenomeni di piena, distribuiti in tutto il Distretto e che hanno provocato anche ingenti danni come nei casi di Cervinia e Cogne, in Valle d'Aosta. Purtroppo, anche questo inizio 2024, così anomalo dal punto di vista delle precipitazioni, rientra nella casistica prevista a seguito dei cambiamenti climatici in atto. Tutti i dati di analisi approfondita, contenuti nei periodici bollettini, sono visibili e consultabili sul portale istituzionale dell'ente, che li mette a disposizione all'interno della sezione dedicata sul link: https://www.adbpo.it/osservatorio-permanente/ . "Come più volte ricordato nel recente periodo soprattutto – rimarca il responsabile dell'Osservatorio permanente sugli utilizzi idrici e dirigente dell'Autorità di Bacino Distrettuale, Francesco Tornatore – il Distretto del fiume Po è considerato a scala mondiale un hotspot climatico, ossia un'area caratterizzata da un alto grado di indeterminatezza previsionale, che genera incertezza sugli sviluppi futuri del clima e dove si registrerà una variazione significativa del regime piovoso con un aumento degli eventi idrometeorologici estremi. È ormai evidente che ci troviamo davanti ad un cambiamento epocale, che deve essere affrontato con la giusta visione. Questo vuol dire che non si può continuare a ragionare secondo i soliti schemi e che occorre essere pronti ad accettare il fatto che, per adattarci alle nuove condizioni ambientali, potremmo dover riadattare il nostro modello di gestione del territorio, che ormai non è più in grado di conciliare la variabilità di fenomeni meteorologici estremi, che provocano siccità ed alluvioni, con le aspettative sociali ed economiche delle comunità locali."

 

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