La cerimonia del ventennale dalla messa in funzione dello scolmatore del torrente Corno si è aperta con una visita guidata presso il sito dell'opera, non distante dal Castello di Arcano Superiore dove si è poi svolto un convegno. Il direttore tecnico del Consorzio di bonifica Pianura Friulana, Stefano Bongiovanni, ha illustrato le componenti (sfioratore a calice, quattro paratoie laterali, galleria) ed il loro funzionamento, evidenziando che "ciò che ai tempi si reputò un'opera forse sovradimensionata, si è rivelata invece necessaria".
Rosanna Clocchiatti, presidente del Consorzio di bonifica Pianura Friulana, ente che gestisce l'opera in stretta collaborazione con la Regione Friuli Venezia Giulia , ha invitato a fare un'analisi del territorio e delle sue necessità in prospettiva futura, considerando il ventennale come un'occasione di riflessione e non solo una celebrazione.
Mario Causero, progettista e direttore dei lavori, ha ripercorso l'iter della realizzazione dello scolmatore, esponendo il procedimento d'approvazione, le metodologie impiegate nello scavo della galleria, le difficoltà riscontrate. Secondo le previsioni di quel tempo, l'opera si sarebbe dovuta attivare per far fronte ad eventi gravi circa una volta ogni decennio, ma nei fatti la frequenza d'intervento è stata maggiore.
Massimo Canali, direttore centrale difesa dell'ambiente, energia e sviluppo sostenibile della Regione FVG, ha documentato, con foto e grafici, l'intenso evento meteorologico del 31 ottobre 2004, quando l'opera entrò in funzione per la prima volta, mitigando gli effetti delle piogge estreme, avvenute dalle ore 6.00 alle ore 18.00 di quel giorno: "La massima portata stimata dell'opera era di 120 metri cubi al secondo e quel giorno si verificò una piena addirittura superiore a quella di progetto, pari a140 metri cubi al secondo." Per dare un'idea degli effetti devastanti delle piene del Corno, prima dell'esistenza dello scolmatore, sono stati citati anche i danni della tragica esondazione del 1920: "L'opera entrò poi in funzione anche il 10 novembre 2004 per far fronte ad un evento di minore entità".
"Il canale scolmatore riesce a convogliare nel Tagliamento il 70% della portata massima prevista, ma il restante costituisce ancora un rischio di esondazione e richiede la realizzazione di ulteriori opere al fine di evitare danni notevoli - ha sottolineato Stefano Bongiovanni - Vi sono inoltre porzioni del territorio regionale non ancora coperte da opere prioritarie per la sicurezza idrogeologica."
In Friuli Venezia Giulia, oltre al bacino del Corno, vi sono infatti zone con grado elevato di pericolosità anche nell'area del bacino idraulico Torre-Isonzo. Bongiovanni ha dunque illustrato anche l'iter, le caratteristiche e i benefici della galleria scolmatrice Cormor-Torre e degli interventi complementari lungo i due fiumi: opere necessarie, che hanno già ottenuto le autorizzazioni previste ed assegnato un alto indice di priorità in quanto la loro realizzazione porterà maggiore sicurezza idrogeologica ad un territorio di 46 comuni e 300.000 persone.
Per celebrare non solo il lato tecnico, ma anche e soprattutto il contributo umano all'opera, il Consorzio di bonifica della Pianura Friulana ha realizzato un libro fotografico, cresciuto in corso d'opera fino a 90 pagine. A parlarne è stato il direttore dell'ente consortile, Armando Di Nardo: "I protagonisti di questo libro sono le persone, che nelle istituzioni e nei consorzi hanno saputo programmare e decidere, nonché le tante imprese ed i professionisti del territorio, che hanno prestato la loro opera ed ingegno; infine, la comunità del Friuli, che ha accompagnato attivamente la realizzazione dell'opera, che garantisce sicurezza al territorio. Siamo gli artefici del nostro destino e possiamo esserne i protagonisti, se ci impegniamo con tenacia a capire oggi, cosa accadrà domani. Il Consorzio di bonifica su questo farà in pieno la sua parte, al servizio delle istituzioni e della gente."
Marina Colaizzi, segretario dell'Autorità di Bacino Alpi Orientali, ha affermato che l'opera è figlia di "una visione strategica, che apre la strada ad ulteriori interventi di messa in sicurezza nel territorio regionale. Certamente non potremo azzerare tutti i rischi, ma abbiamo la facoltà di governarli".
In un intervento video l'assessore alla difesa dell'ambiente, energia e sviluppo sostenibile della Regione FVG, Fabio Scoccimarro, ha ricordato come, prima della costruzione dell'opera, il torrente fosse noto per il suo flusso irregolare e violento: "Lo scolmatore permette di mediare le acque in eccesso nel torrente in maniera controllata ed oggi, a vent'anni di distanza, ne possiamo apprezzare il valore di sicurezza idraulica a lungo termine. I diversi portatori di interesse ed i comitati sempre si costituiscono, quando si vogliono realizzare opere così importanti, ma dobbiamo operare su basi tecniche e scientifiche: chi si è preso la responsabilità di governare, deve prima di tutto considerare prioritaria la sicurezza e la vita delle persone, andando oltre il consenso politico ed elettorale."
Mauro Bordin, presidente del Consiglio Regionale, conferma che "opere come queste, al di là di critiche ed iniziali rimostranze della popolazione, hanno evitato ingenti danni e salvato vite umane sul territorio. Fare politica è anche responsabilità di scegliere al di là del consenso: se un'opera è ritenuta necessaria ed efficiente, allora essa va fatta, anche se ciò può essere impopolare in alcuni contesti."
Gabriele Contardo, sindaco di Rive d'Arcano, ha ricordato, dopo un cenno alla figura di Giovanni Melchior per il grande impegno profuso in un'opera lungimirante, il "collaudo in tempo reale" del canale scolmatore e la difficile situazione climatica del 31 ottobre di 20 anni fa: "Un percorso iniziato nel 1985 dalla genesi lunga e travagliata, che ha però portato a risultati ottimi, che sono sotto gli occhi di tutti, tanto che il canale scolmatore sta diventando modello per analoghi progetti futuri."
"Tante volte si dicono dei no di primo acchito all'avvio di opere - ha aggiunto Pietro Valent, sindaco di San Daniele del Friuli -. L'esempio del canale Scolmatore è esemplare: se si fosse detto no, cosa sarebbe successo alla popolazione ed ai comuni della zona in questi vent'anni durante le precipitazioni più intense? Senza un'infrastruttura così ben congegnata avremmo problemi e danni maggiori."
"Quella, che vent'anni fa rappresentò l'eccezione e la lungimiranza dell'amministrazione, è oggi una scelta di grandissima attualità": questo il parere di Luigino Bottoni, presidente della Comunità Collinare del Friuli.
In chiusura la viceministro dell'ambiente e sicurezza energetica, Vannia Gava, ha ribadito come queste opere siano ondamentali in un'epoca di cambiamento climatico e "vanno studiate preventivamente, sia nell'ottica del lungo che del breve termine. Abbiamo visto cosa è accaduto in Spagna e recentemente in Emilia-Romagna: passiamo da fenomeni altamente siccitosi a bombe d'acqua. Bisogna ascoltare tutti."