GOCCIA VERDE ANBINFORMA AMBIENTI D’ACQUA MAGAZINE IRRIGANTS EUROPE CAP2020 PROGETTI ANBI
ITEN
Menu mobile
Go back

AI CAMPI FLEGREI SERVONO INTERVENTI MITIGAZIONE RISCHI FRANOSI ED ALLUVIONALI

Pubblicato il 30/06/2025
I Campi Flegrei, sotto i riflettori per i rischi connessi al fenomeno del bradisismo, sono un territorio fragile, soggetto a un diffuso rischio idrogeologico. Circa il 16% del territorio dei comuni della zona rossa è esposto a rischio da frana molto elevato ed elevato, mentre circa il 3% è esposto a rischio idraulico. Notevoli sono anche le problematiche di dissesto idrogeologico, che interessano le aree costiere, con oltre il 60% delle falesie classificate a rischio molto elevato ed elevato e gran parte della costa bassa, soggetta ad erosione. È quanto emerso, in Prefettura a Napoli, durante l'audizione del Segretario Generale dell'Autorità di Bacino Distrettuale dell'Appennino Meridionale, Vera Corbelli, audita da una delegazione della Commissione Bicamerale d'Inchiesta sul Rischio Sismico e Idrogeologico, nell'ambito di un approfondimento sul fenomeno del bradisismo nell'area dei Campi Flegrei. Vera Corbelli ha relazionato sull'attività di pianificazione e programmazione, che l'Autorità di Bacino Distrettuale sta sviluppando sull'intero Mezzogiorno, relativamente alla difesa del suolo, alla mitigazione e gestione del rischio idrogeologico, alla gestione delle risorse idriche ed alla tutela della fascia costiera. Sulle condizioni multirischio dell'area flegrea, attualmente soggetta al fenomeno del bradisismo, il Segretario Generale ha relazionato dettagliatamente sui beni esposti nelle aree soggette a fenomeni franosi e alluvionali, in termini di abitanti residenti, infrastrutture, reti idriche, non senza aver ricostruito la genesi e le trasformazioni dell'area vulcanica, ripercorrendo le fasi geologiche dal periodo paleoflegreo (74.000 anni fa). Il territorio dei Campi Flegrei è soggetto ad un ampio rischio frane: tra i 129 chilometri quadrati in zona rossa per il bradisismo ed i 65 chilometri quadrati individuati in zona gialla, circa il 40% dei fenomeni franosi è caratterizzato da un' evoluzione da rapida ad estremamente rapida con origine principalmente in corrispondenza dei settori di pendio, ricoperti da depositi sciolti sabbioso-limosi di natura piroclastica e/o detritici che, tra l'altro, in occasione di intensi eventi meteorici possono evolvere in colate rapide. Sebbene l'area dei Campi Flegrei sia caratterizzata dall'assenza di fiumi naturali, il reticolo idrografico non è in grado di smaltire spesso le acque dei tratti di monte, dando luogo a fenomeni alluvionali anche in ambiente urbano: notevoli le criticità idrauliche, collegate alla presenza di valloni tombati o parzialmente tombati. Nella relazione, che Vera Corbelli ha presentato ai Commissari, si legge: "La presenza di un diffuso tessuto urbano, caratterizzato da una alta densità di popolazione che ha fortemente modificato l'assetto idrografico originario e ha 'colonizzato' interi ambiti di territorio (crinale, pendio, fondovalle, costa), comporta una elevata vulnerabilità ai fenomeni idrogeologici (frane e alluvioni) per il patrimonio edilizio, per la rete infrastrutturale e per il patrimonio ambientale, culturale e storico di eccezionale valore." Allo stato attuale l'Autorità di Bacino Distrettuale si è espressa su 28 progetti di interventi strutturali per la mitigazione del rischio idrogeologico e su altre 14 proposte di interventi inseriti nella piattaforma RENDIS del Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica, per le quali sono stati richiesti finanziamenti. Si tratta perlopiù di interventi localizzati, volti alla risoluzione di problematiche puntuali, che non affrontano in maniera organica e strutturale la mitigazione del rischio idrogeologico su scala più ampia. Sulle prospettive future dell'area flegrea, Corbelli ha sottolineato: "La mitigazione e gestione dei diversi rischi correlati ai differenti pericoli naturali, che interessano l'area dei Campi Flegrei richiede, un approccio integrato, basato su una valutazione dei rischi nel loro insieme (multihazard), tenendo conto della possibile simultaneità dei fenomeni e della loro influenza reciproca." Richiamando gli eventi franosi di Casamicciola del 26 novembre 2022 e le attività svolte dall'Autorità di Bacino Distrettuale, il Segretario Generale ha ricordato: "Siamo stati chiamati ad approfondire la valutazione della pericolosità e del rischio idrogeologico, utilizzando tutto il lavoro, che era stato fatto negli anni precedenti e abbiamo ridefinito le aree, comprendendo quelle, in cui si sono verificati gli eventi di dissesto idrogeologico del novembre 2022. È stato, inoltre, svolto un lavoro di programmazione degli interventi strutturali e non strutturali per affrontare poi la problematica e risolverla in una visione integrata, guardando non solo al dinamismo attuale dell'isola d'Ischia, ma anche quanto potrebbe accadere in futuro." Per l'area flegrea, nell'ambito delle competenze dell'Autorità di Bacino Distrettuale, è stata sottolineata, infine, la necessità di una zonazione degli scenari di rischio idrogeologico a scala di maggior dettaglio, evidenziando la necessità di definire un master plan degli interventi, che includa, in maniera integrata, sia le misure strutturali che le misure non strutturali per la mitigazione e gestione del rischio idrogeologico.

 

Related articles