Seppur caratterizzata da eventi meteorologici estremi (secondo i dati dello European Severe Weather Database sono stati ben 162 in 10 giorni tra tornado, nubifragi e "grandine grossa"), la settimana scorsa ha regalato una tregua dal caldo torrido, che da settimane soffocava l'intera Penisola; ciò ha permesso alle acque del mar Mediterraneo occidentale di tornare a valori più in linea con le medie storiche dopo che, nel mese di giugno e nella prima settimana di Luglio, avevano raggiunto temperature mai registrate con anomalie medie che, anche sulle nostre coste, avevano superato i +5 gradi. Conseguentemente, senza l'effetto mitigatore delle acque marine, le temperature in Europa occidentale sono state le più calde di sempre a Giugno, toccando picchi di 46° sulla Penisola Iberica!
La tregua dalla "bolla africana" è però scaduta e dal prossimo fine settimana si supereranno i 40° su Materano (in Basilicata) e Foggiano (in Puglia) con punte (lunedì) fino a 43-44° su aree interne del Sud Sardegna, nonché della Sicilia Orientale, che saranno le più calde d'Europa; contemporaneamente torneranno ad alzarsi anche le temperature marine, toccando massime di 30°.
Ad indicarlo è il settimanale report dell'Osservatorio ANBI sulle Risorse Idriche.
"Sono condizioni nuove, di cui non conosciamo esattamente le conseguenze nel tempo sia dal punto di vista agricolo che ambientale, nonché sulla salute umana. Navighiamo a vista" dichiara Francesco Vincenzi, Presidente dell'Associazione Nazionale dei Consorzi di Gestione e Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI).
In Puglia si aggrava la situazione idrica in Capitanata, dove la scarsità d'acqua non ha permesso di avviare la stagione irrigua nel comprensorio a Nord del Fortore. L'invaso di Occhito, il più capiente della zona, a cavallo con il Molise, trattiene appena 66,17 milioni di metri cubi d'acqua, cioè oltre 28 milioni meno dell'anno scorso: di fatto, la residua risorsa stoccata è destinata interamente al consumo potabile e le campagne inaridiscono. Nel bacino di Capaccio restano solo mln. mc.1,85 ,pari all'11% del riempimento autorizzato. Con le alte temperature e la mancanza di piogge, l'evapotraspirazione accentua lo svuotamento dei laghi, che hanno perso complessivamente quasi 12 milioni di metri cubi da inizio Luglio, nonostante le limitazioni nelle erogazioni.
Gli invasi di Basilicata trattengono ancora mln. mc. 223,08 d'acqua: 33,84 milioni in meno del 2024. La diga di monte Cotugno, la più grande d'Europa in terra battuta, conserva il 43% dei 272,2 milioni di metri cubi autorizzati per il riempimento.
In Sicilia, sebbene la situazione sia migliore dell'anno scorso (come in Calabria), resta alto il deficit rispetto ai volumi invasabili nei serbatoi regionali (-48% ca.).
Nella Sardegna Nord Ovest è drammatico quanto sta accadendo nella Nurra dove, in attesa dei benefici delle acque reflue dal depuratore di Sassari, le campagne sono a secco, le temperature intollerabili, i bacini al 15% del potenziale riempimento; discorso simile è quello dell'Alto Cixerri, nel Sud Ovest dell'isola: anche qui, bacini al 15% della capacità. Incredibile, ma vero: sul versante tirrenico, in Alto Taloro ed Ogliastra, lo stato di riempimento degli invasi supera invece il 90%!
In Campania va meglio rispetto al resto del Mezzogiorno, nonostante sorgenti ed invasi registrino deficit piuttosto evidenti.
In Molise, il bacino del Liscione registra un'altezza idrometrica di oltre mezzo metro inferiore all'anno scorso, ma di oltre m. 1,30 superiore al siccitosissimo 2022.
In Abruzzo la quota del lago di Penne si è abbassata in due settimane di oltre m. 2,70: nell'invaso restano mln. mc. 4,54 d'acqua a disposizione degli agricoltori. Il mese di giugno è stato caratterizzato da significativi deficit pluviometrici, più marcati sulle zone collinari e costiere (mediamente tra -85% e -90%) piuttosto che sui rilievi aquilani (-54%), nonché da positive anomalie termiche, che nel Teramano hanno segnato +5,7° rispetto alla media e addirittura +7,7° sulle massime!
Nell'Italia centrale resta grave la situazione dei bacini lacustri, che continuano ad abbassarsi, raggiungendo preoccupanti livelli idrometrici: nel Lazio è il caso di Albano e Nemi, che da inizio Luglio hanno registrato una riduzione di 9 centimetri d'altezza; il livello del primo è sceso di circa 70 centimetri dall'autunno 2023! In crescita sono invece le portate dei fiumi Aniene e Velino, mentre stabili sono quelle del Tevere (fonte: AUBAC).
In Umbria le portate dei fiumi Chiascio, Pianello e Paglia sono superiori ai valori medi storici del periodo. A causa delle scarsissime precipitazioni di Giugno (mm. 5,20 in media) si aggrava ulteriormente la condizione di scarsità idrica nel lago Trasimeno, sceso di un metro e mezzo sotto lo zero idrometrico e di 30 centimetri sotto il livello minimo vitale.
"Quelle dei bacini lacustri del Centro Italia sono contingenze gravi, che sono costantemente monitorate e per il cui contrasto si devono ormai attivare interventi eccezionali" indica Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI.
Nelle Marche gli invasi segnano volumi pari a quelli registrati nel 2024: mln. mc. 49,73.
In Toscana si registra un netto incremento dei flussi nel fiume Arno ed una riduzione di quelli nel Serchio.
In Liguria i nubifragi dei giorni scorsi hanno comportato incrementi di portata nei bacini fluviali di Levante.
Nel resto dell'Italia Settentrionale, positive anomalie termiche e scarsità di pioggia hanno caratterizzato il mese scorso.
In Valle d'Aosta, a Giugno, il deficit pluviometrico è stato pari a circa il 43% e le temperature in quota hanno segnato +4°; portate in netto calo per la Dora Baltea (-51% rispetto alla media) e per il torrente Lys.
In Piemonte le cumulate di pioggia in Luglio sono state inferiori del 46% alla media e le temperature superiori di 3,3° (fonte: ARPA Piemonte); i flussi in alveo dei fiumi hanno registrato una flessione e sono scesi pressoché tutti sotto le medie di riferimento.
Tra i grandi laghi si registrano abbassamenti dei livelli anche sotto le medie storiche: solo il Benaco mantiene altezze idrometriche superiori alla norma ed un valore di riempimento oltre l'80%; il Lario è al 42,4% di riempimento, il Maggiore al 68%, il Sebino al 72,9%.
In Lombardia vanno riducendosi anche le altre riserve idriche (-14,4% rispetto alla media): lo scorso anno c'era il 50% d'acqua in più.
In Veneto, violenti nubifragi hanno provocato un aumento delle portate fluviali dopo che le scarse piogge di Giugno (-35%) avevano provocato una riduzione dei livelli idrometrici nei corsi d'acqua. Gli invasi lungo il fiume Piave, così come il lago del Corlo sul Brenta, godono di ottima salute con valori di riempimento rispettivamente dell'84% e del 99%.
In Emilia-Romagna calano le portate dei fiumi Savio, Reno ed Enza; in crescita e superiori ai mensili valori medi sono le portate di Secchia, Panaro e Trebbia.
Infine, anche la portata del fiume Po è più scarsa del normale, arrivando a segnare un deficit del 46% in prossimità del Delta.