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LA DESERTIFICAZIONE MINACCIA IL NORD PUGLIA - E' UN SETTEMBRE CHE SEMBRA AGOSTO

Pubblicato il 18/09/2025

Mentre ricorre il terzo anniversario della devastante alluvione delle Marche (400 millimetri di pioggia in circa 6 ore provocarono 13 vittime, 50 feriti, 150 sfollati e danni economici per oltre 2 miliardi), in Puglia solo un autunno piovoso potrà salvare dalla desertificazione i territori dell'assetatissima Capitanata, che da anni soffrono per via della siccità estrema e che già ora sono costretti a sacrificare le proprie pregiate colture: a lanciare il grave allarme per uno dei più importanti "giacimenti agricoli" italiani è l'Osservatorio ANBI sulle Risorse Idriche, che segnala come anche le piogge agostane siano state scarse su quei territori (nei serbatoi foggiani restano poco più di 58 milioni di metri cubi d'acqua), al contrario di alcune aree della Penisola Salentina dove si sono registrati accumuli superiori alla media. Nella prima decade di settembre invece, non una singola goccia d'acqua è caduta sulla Regione.

In tutto il Sud, alte temperature e poche precipitazioni sono causa di depauperamento delle ormai risicatissime riserve idriche.

In questo Settembre, che sembra Agosto, la riduzione settimanale dei volumi invasati nei bacini di Basilicata è enorme: dei mln. mc. 135,34 di 7 giorni fa ne rimangono mln. mc.126,5, cioè quasi 9 milioni di metri cubi in meno, come fosse piena estate! Il deficit è di mln. mc. 27,5 sul già disastroso 2024.

In Sicilia, le riserve idriche tra Agosto e Settembre sono calate di oltre 46 milioni di metri cubi; rispetto allo scorso anno, i volumi invasati risultano superiori di quasi 63 milioni ma, rispetto alla media degli scorsi 15 anni, il deficit è circa il 30%.

"Di fronte al consolidarsi di condizioni meteo, diversificate fra territori limitrofi, è evidente la necessità di creare le condizioni di trasferimento dell'acqua, sollecitando intese fra Regioni e completando gli schemi idrici, nonché opere incompiute come si sta facendo per il bacino di Campolattaro, in Campania" evidenzia Francesco Vincenzi; Presidente dell'Associazione Nazionale dei Consorzi di Gestione e Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI).

Le preoccupanti indicazioni dal Mezzogiorno arrivano in un periodo caratterizzato da una fase di stabilità atmosferica con temperature, che continueranno a crescere fino a toccare i 35 gradi nelle zone più interne della Sardegna centrale e che supereranno i 30 gradi non solo in molte località dell'Italia Centro-Meridionale, ma anche nei comuni più bassi della Valle d'Aosta (nel capoluogo regionale si dovrebbe arrivare a 32°!). Inoltre lungo tutto l'arco alpino, anche alle quote più alte, la colonnina di mercurio non scenderà quasi mai sotto lo zero, continuando così a pregiudicare lo strato di permafrost dei residui ghiacciai alpini: proprio sulle montagne aostane, nel mese di agosto lo zero termico ha ripetutamente superato i 5000 metri durante il giorno e m. 4000 di notte (fonte: Centro Funzionale Protezione Civile). La funzione dei ghiacciai alpini è determinante per il bacino del fiume Po, perché in estate la fusione glaciale può contribuire fino al 40% del flusso nei bacini montani secondari; almeno il 60% della criosfera alpina, però, ha ormai raggiunto il "peak water" (picco dell'acqua da fusione), vale a dire quando la portata idrica dovuta allo scioglimento glaciale raggiunge il massimo per poi ridursi a causa della contrazione inarrestabile della massa di ghiaccio. Nonostante i fiumi italiani siano meno influenzati dai ghiacciai alpini rispetto a quanto avviene in altre parti del Mondo, il loro contributo diventa importante nei periodi idricamente più critici, cioè quando la neve montana è ormai fusa e latitano le precipitazioni.

La superficie dei ghiacciai italiani si è ridotta negli ultimi cento anni di oltre il 50%, con un'accelerazione nei decenni più recenti causata dal progressivo aumento delle temperature. La stragrande maggioranza di essi, inoltre, ha un'estensione inferiore a mezzo chilometro quadrato, che li rende vulnerabile alla crisi climatica. Come evidenziato dal rapporto Greenpeace-Comitato Glaciologico Italiano, il ghiacciaio del Lys (monte Rosa) ha perso il 33% della superficie dal 1860, mentre il ghiacciaio del Fellaria, in Valtellina, ha subìto una riduzione del 46% nello stesso periodo. 

Contestualmente, dopo una fase di raffreddamento in Agosto, sono tornate a scaldarsi le acque del mar Mediterraneo, che già ora registrano temperature mediamente superiori fino a 2 gradi, addirittura superandoli lungo le coste della Sardegna meridionale: tali temperature marine possono essere determinanti nella formazione di fenomeni atmosferici violenti, soprattutto con l'approssimarsi della stagione autunnale ed il conseguente transito nella regione mediterranea di correnti più fredde di origine artica. 

A livello globale, le temperature attuali sono inferiori solo al 2023.

"Di fronte a questi dati – commenta Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI – è quantomai evidente che, in attesa i provvedimenti planetari sulla mitigazione della crisi climatica, sia indispensabile realizzare interventi di adattamento per aumentare la resilienza dei territori. Un importante aiuto arriverà dagli oltre 957 milioni del primo stralcio del Piano Nazionale di Interventi Infrastrutturali e per la Sicurezza nel Settore Idrico, appena firmato dal Ministro, Matteo Salvini." 

In Italia, questa settimana si registra un consolidamento dei valori di riempimento dei grandi laghi settentrionali (tutti nettamente sopra la media): Verbano, 84%; Lario, 58,8%; Benaco, 73,6%; Sebino, 61,4%.

In Valle d'Aosta, la portata della Dora Baltea rimane stabile, mentre quella del torrente Lys registra una decrescita. Ad Agosto, nella regione si sono registrate mediamente anomalie termiche positive di un grado e mezzo e, a differenza delle altre regioni settentrionali, precipitazioni più scarse del normale (-29%).

Il fiume Po, lungo tutta l'asta, subisce una riduzione dei flussi in alveo da monte fino alla stazione di rilevamento di Boretto, mentre le portate più prossime al delta sono di poco superiori alla media.

Anche in Piemonte si registrano cali idrometrici dei corsi d'acqua e portate inferiori alle medie del periodo.

In Lombardia l'acqua trattenuta nei laghi è superiore del 14,2% rispetto ai valori medi storici e del 3,9% rispetto al 2024; il totale delle riserve idriche ammonta a mln. mc. 1605,2.

In Veneto a crescere sono le portate del fiume Bacchiglione, mentre il trend è negativo per Adige, Brenta e Livenza. 

In Emilia-Romagna i fiumi appenninici, con la sola eccezione dell'Enza, registrano portate in aumento (Secchia, Panaro e Santerno sono anche superiori alla media).

In Liguria crescono i fiumi Vara e Magra, mentre i livelli dell'Entella si riducono.

In Toscana sono scarse le portate del fiume Arno con un deficit, che al rilevamento di Pontedera si attesta al 35%; in calo sono anche i livelli del Serchio, mentre l'Ombrone rimane stabilmente al di sotto del Deflusso Minimo Vitale.

Nelle Marche è da segnalare la buona performance settimanale del fiume Tronto ed i livelli della Potenza, che al contrario sono tra i più bassi del recente quinquennio; negli invasi marchigiani i volumi idrici trattenuti sono ancora molto abbondanti (mln. mc. 41,7).

In Umbria cresce l'altezza idrometrica del fiume Topino, ma soprattutto del lago Trasimeno, che finalmente ha invertito la tendenza, guadagnando 2 centimetri.

Infine nel Lazio, dove crescono le portate dei fiumi (Tevere, Aniene e Velino), i primi 10 giorni di Settembre hanno visto nettamente crescere il livello del lago di Bracciano (+ cm. 8), ma purtroppo non è accaduto lo stesso ai due laghi "castellani" (Nemi ed Albano), che nella scorsa settimana sono calati rispettivamente di cm. 2 e cm. 1; per via della decrescita dell'altezza idrometrica del lago, a Castelgandolfo si è assistito dal 2022 ad un ampliamento della spiaggia di circa 20 metri.

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