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PIOVE BENE SULL'ITALIA MERIDIONALE MA IL PROBLEMA IDRICO RIMANE DA RISOLVERE

Pubblicato il 27/11/2025
"Il timore era che forti piogge su terreni inariditi si trasformassero in emergenze idrogeologiche; invece le precipitazioni hanno stavolta bagnato i suoli e riempito i bacini, senza creare finora particolari problemi; così possiamo finalmente parlare di segnali di ripresa per le risorse idriche in un'Italia Meridionale, che mai come ora ha bisogno di pioggia abbondante e diffusa": a dichiararlo è Massimo Gargano, Direttore Generale dell'Associazione Nazionale dei Consorzi di Gestione e Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI). Le buone notizie arrivano anche da quelle località, dove si è stati costretti a ridurre l'acqua dai rubinetti domestici a causa del rapido esaurimento delle ultime riserve. "La speranza – aggiunge Gargano - è che non si tratti di fenomeni sporadici, ma che si possa consolidare una reale inversione di tendenza idrologica e climatica in queste ultime settimane autunnali." L'Osservatorio ANBI sulle Risorse Idriche segnala che restano comunque i rischi legati alle acque marine troppo calde nel bacino Mediterraneo (tra +1° e +3° nella parte più orientale del Mare Nostrum) come testimoniano le tante trombe marine (25), che anche questa settimana si sono formate sulle acque antistanti le nostre coste. In Puglia, l'invaso di Occhito, i cui volumi idrici erano scesi al di sotto dei 40 milioni di metri cubi (volume morto), ha registrato un afflusso di ben 4.650.000 metri cubi d'acqua in una sola giornata caratterizzata sul Foggiano da cumulate pluviometriche di circa 18 millimetri: è una "boccata idrica" per la popolazione dauna, che dopo la riduzione della pressione nei rubinetti temeva prevedibili sospensioni dell'erogazione come nella confinante Basilicata, ma è anche una speranza per gli agricoltori di riavere finalmente risorsa per irrigare. Al proposito, le precipitazioni degli ultimi giorni in Basilicata hanno portato oltre 11 milioni di metri cubi (mln. mc. 4,5 ca. in 24 ore) negli esangui bacini della regione. I dati pluviometrici di queste ore sulle altre regioni meridionali sono quasi ovunque incoraggianti. In Sardegna, dove è emergenza idrica nel Nord-Est dell'isola, gli accumuli maggiori si sono registrati nei territori sud-orientali, dove hanno anche superato i 50 millimetri in 24 ore. In Campania, in un paio di giorni, su tutto il territorio si sono registrati tra i 50 ed i 70 millimetri di pioggia. In Sicilia, è la sitibonda provincia di Trapani, quella che in questi giorni ha beneficiato delle piogge più copiose (fino a mm.23 in 48 ore), mentre il fiume Lao registra in Calabria una marcata crescita dei livelli idrometrici. "Certo non si può ancora pensare di essere usciti dalla crisi, ma è sicuramente un incoraggiante segnale di ripresa – commenta Francesco Vincenzi, Presidente di ANBI – Auspichiamo che l'allentarsi dell'emergenza non provochi ancora una volta il dimenticarsi del problema, che si chiama crisi climatica e per contrastarne le conseguenze ribadiamo la nostra ricetta, fatta di proposte concrete, dal Piano Nazionale Invasi al Disegno di Legge CNEL-ANBI: manutenzione del territorio, nuove infrastrutture idrauliche, innovazione e ricerca, promozione della cultura dell'acqua." Anche sull'Italia centrale gli scorsi 7 giorni sono stati caratterizzati da un clima umido e da temperature invernali con diverse vette appenniniche, su cui è ricomparsa la neve. Nel Lazio, le rilevazioni idrometriche vedono una crescita importante dei flussi nei principali fiumi: in un giorno la portata del Tevere ha registrato un incremento di quasi 30 metri cubi al secondo, l'Aniene + mc/s 13. Le precipitazioni abbondanti sono anche riuscite a far finalmente crescere l'altezza idrometrica del lago di Albano: + cm. 4 rispetto alla scorsa settimana. Il livello del lago di Nemi ha guadagnato 2 centimetri ed anche i laghi viterbesi sono in crescita (fonte: AUBAC). Pure in Umbria i flussi idrici sono in aumento e tutti ora sopra la media; cresce di 1 centimetro anche il livello del lago Trasimeno. Nelle Marche, sui rilievi del Maceratese, si sono registrati accumuli pluviali fino a 60 millimetri in due giorni. Tornano a scorrere impetuose le acque dei fiumi regionali: il Sentino, affluente dell'Esino, registra ora un'altezza idrometrica di 85 centimetri superiore a quella della scorsa settimana; bene anche le portate dello stesso Esino e di Potenza, Tronto e Nera. Per la Toscana settentrionale la stagione autunnale si sta confermando estremamente "bagnata": anche in questi giorni, sulle province di Lucca e Pistoia nonché su alcune località del Pratese, le cumulate pluviometriche hanno superato mm. 100 in 24 ore, mentre sulla Garfagnana, negli scorsi 30 giorni, si sono registrati accumuli di pioggia fino a mm. 524 (fonte: Servizio Idrologico Regionale-Toscana). I fiumi sono in piena in tutta la regione: il Serchio raggiunge mc/s 354 (+402% sulla media!); l'Arno, mc/s 442,90 (+310%); la Sieve, mc/s 45,30 (+475% !!). Nel Sud della regione cresce, seppur mantenendosi sotto i valori medi del periodo, anche l'Ombrone (ora a mc/s 22,30 contro mc/s 1,64 della scorsa settimana). In Liguria, il deflusso delle piene ha riportato i livelli idrometrici dei fiumi su valori più rassicuranti, seppur ancora maggiori rispetto a quelli consueti della stagione. Per quanto riguarda il resto dell'Italia Settentrionale, alla crescita dei livelli idrometrici dei grandi laghi fa da contraltare la riduzione delle portate di quasi tutti i fiumi; tra i laghi crescono il Verbano (82,5% di riempimento), il Benaco (75,7%) ed il Sebino (76,3%). I flussi nel fiume Po tornano ad essere scarsi, registrando evidenti deficit idrici sia a monte che verso il delta; a Torino manca oltre il 60% della portata, mentre a Pontelagoscuro si registra -39%. In Piemonte, dopo l'exploit della scorsa settimana che l'aveva portato a superare i valori di portata tipici di questo mese, tornano sotto media i flussi nel fiume Tanaro (-71%); decrescenti sono anche i livelli di Stura di Demonte, Toce, Stura di Lanzo. In Lombardia aumenta l'entità della riserva idrica, che attualmente ammonta a mln. mc.1543,1 (-6,9% rispetto alla media - fonte: Arpa Lombardia). In Veneto sono in calo le portate dei fiumi: Adige -35% sulla media, Brenta -53%, Bacchiglione – 47%. Infine, seppur in riduzione, restano abbondanti i flussi in alveo dei fiumi appenninici dell'Emilia-Romagna: Reno +225%; Secchia +86%; Enza +61%; Taro +32% (elaborazione ANBI su dati ARPAE).

 

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